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NewsÈ morto Alfredo Castelli, sceneggiatore simbolo del fumetto popolare italiano

È morto Alfredo Castelli, sceneggiatore simbolo del fumetto popolare italiano

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Il 7 febbraio, a 76 anni, è morto Alfredo Castelli, noto soprattutto come creatore di Martin Mystère e decine di altri personaggi e testate. Sceneggiatore, storico del fumetto, animatore e fondatore di riviste, è stato una delle personalità più importanti del fumetto italiano dal Secondo dopoguerra a oggi. Estroso, ironico ed eclettico, nella sua carriera realizzò fumetti di ogni tipo, arrivando a esperimenti tra lo scherzo e l’opera d’arte come quello fatto con le fotocopie di una banconota da mille lire.

Nato a Milano il 26 giugno 1947, passò l’infanzia a divorare una vasta quantità di film di genere, romanzi e soprattutto “giornaletti”, malvisti in famiglia fino alla fine degli anni Cinquanta, quando una provvidenziale quarantena – per una scarlattina, come ha raccontato in più occasioni – mosse a pietà la madre e gli permise di abbuffarsi di letture fino ad allora vietate.

Castelli esordì a soli 18 anni sulle pagine di Diabolik, non sceneggiando però una storia del Re del Terrore (avrebbe fatto anche quello, in seguito) bensì con una serie umoristica da lui scritta e disegnata: Scheletrino, che vide la luce in appendice agli albi del personaggio ideato dalle Sorelle Giussani. Sebbene molto semplice nelle trame e nello humour grottesco, in Scheletrino erano già presenti molti temi che sarebbero ritornati nella carriera del fumettista, come la rilettura ironica di classici della cultura popolare e la metanarrazione.

Scrisse poi diverse storie per la Casa Editrice Universo (Rocky Rider, Piccola Eva e Pedrito el Drito) e per le Edizioni Alpe (Cucciolo e Tiramolla), lavorando anche come autore televisivo (la serie Rai Cappuccetto a Pois e diversi spot per Carosello).

Nel 1966, fondò Comics Club 104, considerata la prima fanzine italiana dedicata al fumetto, in cui lui e il socio Paolo Sala cercavano di ricostruire profili e bibliografie di importanti autori del passato. Fu in quell’occasione, per colmare un buco nella cronologia di Topolino, che Castelli inventò il fantomatico fumettista Al Levin, generando così una sorta di deliberata, sarcastica fake news che fece discutere gli appassionati per anni. Nel 1968 diede vita a un’altra rivista, l’effimera Tilt, durata solo due numeri e nata come tentativo di portare in Italia l’umorismo di Mad.

alfredo castelli morto gli aristocratici castelli tacconi

Quando, nel 1972, il Corriere dei Piccoli divenne Corriere dei Ragazzi, Castelli fu assunto come redattore e diventò una delle figure di riferimento per la testata. A lui si deve per esempio il titolo Lupo Alberto per dare un nome alla serie proposta alla rivista da Silver come La fattoria dei McKenzie. Sulle pagine del Corriere dei Ragazzi creò, tra le altre cose, una delle sue serie più famose, Gli Aristocratici, disegnata da Ferdinando Tacconi e con protagonista un gruppo di ladri gentiluomini.

Infine, per colmare un buco nell’impaginato, inventò L’Omino Bufo, capostipite dei fumetti dall’estetica grezza, schizzati o “disegnati male”, e dall’umorismo volutamente demenziale. Scritta e disegnata da Castelli stesso, la serie sopravvisse alla chiusura del Corriere e proseguì per mano del suo creatore prima e di Francesco Artibani poi.

Negli anni Settanta Castelli collaborò con Il Giornalino, creando ad esempio Gli Astrostoppisti, serie che anticipò parzialmente nei temi la celebre Guida Galattica di Douglas Adams, ma anche con la rivista Supergulp pubblicata da Mondadori, su cui creò Allan Quatermain, detective che diventerà la base, pochi anni dopo, della sua creatura più celebre, Martin Mystère.

Sempre in quel periodo inaugurò la quasi cinquantennale collaborazione con Sergio Bonelli Editore (all’epoca Cepim), per cui firmò diverse storie di Mister No e due volumi della collana Un uomo un’avventura, disegnati da Giancarlo Alessandrini e Milo Manara. Inoltre, con quest’ultimo e con l’amico Mario Gomboli, nel 1975 pubblicò Un fascio di bombe, fumetto prodotto dal Partito Socialista Italiano e distribuito in 600.000 copie che denunciava la responsabilità di destre e servizi segreti nella strage di Piazza Fontana e nella “strategia della tensione”.

alfredo castelli morto martin mystere

Nel 1982, insieme al disegnatore Giancarlo Alessandrini, creò la serie Martin Mystère, con protagonista l’omonimo “detective dell’impossibile” che gira per il mondo incappando in misteri legati al passato dell’umanità, tra civiltà perdute e presenze extraterrestri. I risultati delle sue esplorazioni diventano libri, articoli e puntate della trasmissione I misteri di Mystère – oltre a una serie a fumetti che esiste anche nel mondo dei personaggi. Nel corso degli anni, Castelli ha plasmato la testata a propria immagine e gusto, aggiungendo sempre più elementi metanarrativi, piani di lettura e un’ironia ricca di paradossi. Continuando a supervisionare Martin Mystère fino alla sua morte, Castelli è riuscito a renderla una serie personale e quindi unica nel panorama Bonelli, oltre che molto apprezzata da pubblico e critica.

Castelli fu anche uno storico del fumetto tra i più importanti, firmando libri come Eccoci ancora qui (2006), un lavoro di catalogazione del fumetto americano tra fine Ottocento e primi del Novecento, e Fumettisti d’invenzione! (2010), una rassegna su come le opere di finzione (dal cinema al fumetto stesso) abbia rappresentato il mestiere del fumettista. La sua opera di divulgazione passava anche attraverso la riscoperta di materiali d’epoca, come la serie di ristampe storiche da lui curate per il festival COMICON. Anche la sua creatura più famosa era spesso coinvolta in questo, ad esempio con il curioso albo speciale Il mystero delle nuvole parlanti, in cui Castelli utilizzò Martin Mystére per ripercorrere un secolo di sviluppo del medium.

«Né i miei primi diciassette anni di vita personale, né i cinquanta successivi possiedono caratteristiche degne di essere tramandate ai posteri» scriveva nell’introduzione a Castelli 50 – Il prequel!. Un’affermazione decisamente modesta, per un uomo che ha segnato la Storia del fumetto italiano.

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