Antonio d'Aragona Moncada
Antonio IV d'Aragona Moncada de Luna, principe di Paternò (Palermo, 1587 – Napoli, 15 aprile 1631), è stato un nobile e diplomatico italiano del XVII secolo.
Antonio IV d'Aragona Moncada | |
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IV Principe di Paternò XI Conte di Adernò, XIV Conte di Caltanissetta, V Duca di Bivona, VII Duca di Montalto, XI Conte di Caltabellotta, Conte di Collesano, Conte di Sclafani, Grande di Spagna | |
In carica | 1593 – 1627 |
Investitura | 30 aprile 1593 |
Predecessore | Francesco Moncada de Luna |
Successore | Luigi Guglielmo Moncada La Cerda |
Nome completo | Antonio Cesare Giovanni d'Aragona Moncada |
Trattamento | Don |
Altri titoli | Barone di Melilli, di Motta Sant'Anastasia, di San Bartolomeo, Signore di Biancavilla, di Centorbi, di Nicolosi, delle Due Petralie, di Scillato e di Caltavuturo |
Nascita | Palermo, 1587 |
Morte | Napoli, 15 aprile 1631 |
Luogo di sepoltura | Basilica di San Domenico Maggiore |
Dinastia | Moncada di Paternò |
Padre | Francesco Moncada de Luna |
Madre | Maria d'Aragona La Cerda |
Consorte | Juana de la Cerda y de la Cueva |
Figli | Francesco Luigi Guglielmo Ignazio Marianna Ferdinando |
Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaNacque a Palermo nel 1587 da Francesco, III principe di Paternò, e dalla nobildonna Maria d'Aragona La Cerda dei duchi di Montalto. Secondogenito di quattro figli, gli fu imposto come primo cognome quello materno in osservanza delle tavole dotali stabilite dai genitori, essendo sua madre erede universale di Antonio d'Aragona Cardona, duca di Montalto.[1]
Per la morte prematura del padre, il 30 aprile 1593 ricevette investitura al titolo di principe di Paternò.[2] Nel 1595 fu insignito del Grandato di Spagna di prima classe.[3] Il 23 settembre 1600, il 3 marzo 1611 e 26 novembre 1622, fu investito degli altri titoli e feudi tra cui figurò quello di Duca di Montalto, di cui fu il primo del suo casato.[2] Educato dalla madre, e soprattutto dalla nonna paterna, la duchessa Aloisia de Luna[4], visse l'infanzia nella dimora di famiglia a Caltanissetta: da bambino, caduto in una cisterna mentre giocava con il fratello Cesare, rischiò la vita, e le grida del fratello fecero accorrere sul luogo la madre e la nonna che così lo poterono salvare.[5]
Dal 1607 al 1613, visse in Spagna con la sua famiglia, dove venne organizzato il suo matrimonio con la nobildonna Juana de la Cerda y de la Cueva (1591-1667), figlia di Juan de la Cerda y Aragón, VI duca di Medinaceli, avvenuto nel 1607, da cui nacquero quattro figli.
A differenza dei suoi antenati, il Principe-Duca Antonio non svolse un'attività politica di grande rilievo, e non ebbe neppure incarichi di tipo militare. Svolse perlopiù attività diplomatica presso in ambito ecclesiastico tra Roma, Napoli, Palermo e Madrid.[6] Fu governatore della Compagnia della Pace di Palermo dal 1616, e nella stessa capitale siciliana fondò nel 1625 il Monastero dell'Ordine delle carmelitane scalze.[2]
Nel 1626, gli morì adolescente il figlio primogenito Francesco, a causa di un incidente accadutogli nel bosco di Mimiano, presso Caltanissetta. Segnato dal dolore, assieme alla consorte maturò la decisione di aderire a vita religiosa.[7] Ordinato sacerdote dall'arcivescovo di Monreale, entrò a far parte della Compagnia di Gesù e svolse le sue funzioni nella chiesa gesuitica di Palermo.[8] La moglie Juana si monacò al Monastero di San Giuseppe di Napoli ed assunse il nome di Suor Teresa del Santo Spirito[9]; successivamente passò al monastero fondato tempo prima dal Principe di Paternò, di cui divenne badessa.[10]
In conseguenza dell'abbandono dell'abito secolare, il Moncada lasciò tutti i titoli e feudi in favore del figlio Luigi Guglielmo, che ne ricevette investitura nel 1627. Passò i suoi ultimi anni di vita nella Casa Professa dei Padri Gesuiti di Napoli, dove morì il 15 aprile 1631.[11]
Matrimoni e discendenza
modificaAntonio d'Aragona Moncada, IV principe di Paternò, dal suo matrimonio con Juana de la Cerda y de la Cueva ottenne la seguente discendenza:
- Francesco (1613-1626);
- Luigi Guglielmo, V principe di Paternò (1614-1672), che sposò in prime nozze María Enríquez de Ribera y de Moura, duchessa d’Alcalá de los Gazules, figlia ed erede universale di Fernando, da cui ebbe un figlio, Antonio, morto prematuramente, e in seconde nozze con Catalina de Moncada y Castro, figlia di Francisco, marchese di Aitona, da cui ebbe tre figli;
- Marianna (1616-?), che fu moglie di Francisco de Moura Corterreal y de Melo, duca di Nocera;
- Ignazio (1619-1689), che sposò Anna Maria Gaetani Saccano, figlia di Pietro, principe del Cassaro, da cui ebbe sei figli.[6]
Onorificenze
modificaAscendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Francesco Moncada de Luna, principe di Paternò | Antonio Moncada, conte di Adernò | ||||||||||||
Eleonora Giovanna de Luna Rosso | |||||||||||||
Cesare Moncada, principe di Paternò | |||||||||||||
Caterina Pignatelli Carafa | Camillo Pignatelli Gesualdo, conte di Borrello | ||||||||||||
Giulia Carafa Saracena | |||||||||||||
Francesco Moncada de Luna, principe di Paternò | |||||||||||||
Pietro de Luna Salviati, duca di Bivona | Sigismondo de Luna Moncada, conte di Caltabellotta | ||||||||||||
Luisa Salviati Medici | |||||||||||||
Aloisia de Luna, duchessa di Montalto | |||||||||||||
Isabella de Vega y Osorio | Juan de Vega Enríquez, signore di Grajal | ||||||||||||
Eleonora Osorio Sarmiento | |||||||||||||
Antonio d'Aragona Moncada, principe di Paternò | |||||||||||||
Antonio d'Aragona Folch de Cardona | Ferdinando d'Aragona, duca di Montalto | ||||||||||||
Castellana de Cardona Requesens | |||||||||||||
Antonio d'Aragona Cardona, duca di Montalto | |||||||||||||
Giulia Antonia Cardona Gonzaga | Pietro Cardona Ventimiglia, conte di Collesano | ||||||||||||
Susanna Gonzaga | |||||||||||||
Maria d'Aragona La Cerda, duchessa di Montalto | |||||||||||||
Juan de la Cerda y de Silva, duca di Medinaceli | Juan de la Cerda y Vique, duca di Medinaceli | ||||||||||||
María de Silva y Toledo | |||||||||||||
María de la Cerda y Manuel de Portugal | |||||||||||||
Joana Manuel de Noroña y Fabra | Sancho de Noroña, conte di Faro | ||||||||||||
Angela Fabra y Centelles | |||||||||||||
Note
modifica- ^ R. Pilo, Luigi Guglielmo Moncada e il governo della Sicilia (1635-1639): gli esordi della carriera di un ministro della monarquía católica, Sciascia, 2008, p. 28.
- ^ a b c Spreti, p. 640.
- ^ LINEE GENERALE MONCADA DI PATERNÒ, su mariomoncadadimonforte.it. URL consultato il 18-07-2018.
- ^ Lengueglia, pp. 624-625.
- ^ Lengueglia, pp. 626-627.
- ^ a b Scalisi.
- ^ Lengueglia, pp. 645-646.
- ^ Lengueglia, pp. 651-652.
- ^ Lengueglia, p. 649.
- ^ R. La Duca, La città passeggiata: taccuino palermitano, L'epos, 2003, p. 184.
- ^ Lengueglia, p. 667.
- ^ F. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 2, Stamperia de' Santi apostoli, 1756, p. 27.
Bibliografia
modifica- G. A. della Lengueglia, Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia, vol. 1, Valenza, Sacco, 1657.
- G. Savasta, Memorie storiche della città di Paternò, Catania, Galati, 1905.
- V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Bologna, Forni, 1981.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- L. Scalisi, PATERNÒ MONCADA D’ARAGONA, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 81, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. URL consultato il 17-07-2018.