Barbershop music
Per barbershop music,[1] anche abbreviata barbershop,[2] si intende un tipo di musica armonica a cappella. La barbershop music viene eseguita di norma da un quartetto, conosciuto come barbershop quartet, e composto da due tenori, un basso, e un baritono.
Storia
modificaStando a quanto dichiarò Samuel Pepys, politico e scrittore inglese vissuto nel diciassettesimo secolo, la barbershop music era un tipo di musica strumentale e amatoriale.[3] La Britannica ritiene che le origini dei quartetti vocali, benché incerte, sarebbero contestuali agli Stati Uniti del ventesimo secolo. L'enciclopedia ipotizza inoltre che la musica barbershop avrebbe attecchito all'interno delle barberie, che appartenevano spesso a dei musicisti, e fungevano da luoghi di ritrovo delle comunità ove svolgere attività ricreative.[4]
Stando ad alcuni documenti storici, i quartetti canori degli Stati Uniti risalgono ai gruppi vocali composti da afroamericani che si riunivano per trascorrere il tempo assieme.[3] Questa usanza, documentata nel 1882 da uno scrittore del New York Age, sarebbe nata come diretta conseguenza data dall'impossibilità dei neri di entrare nei teatri e nelle sale da concerto.[3] Il musicista jazz Louis Armstrong disse di essersi formato cantando con un barbershop quartet che si esibiva nelle strade di New Orleans, mentre il segretario esecutivo della NAACP James Weldon Johnson sarebbe "cresciuto cantando le armonie dei barbershop".[5]
All'alba dell'industria discografica, i cantanti bianchi dei minstrel show iniziarono a fare barbershop music e a pubblicare i primi dischi dedicati a quel tipo di repertorio. Fra i primi standard barbershop vi sono Shine On, Harvest Moon, Hello! Ma Baby e Sweet Adeline.[6] Johnson dichiarò che, negli anni venti del XXI secolo, il genere avesse oltrepassato le barriere razziali.[5]
Tra il 1900 e il 1919, epoca in cui la barbershop music divenne molto popolare, ebbero il loro momento di maggiore successo diversi quartetti come gli Haydn Quartet, gli American Quartet, e i Peerless Quartet. Per tradizione, queste formazioni erano solite indossare abiti vaudeville sgargianti con pagliette e gilet a righe verticali mentre si esibivano.[7] L'opera Treemonisha (1911) del compositore e pianista Scott Joplin presenta l'intervento di un barbershop quartet.[5] Durante gli anni venti, il genere venne gradualmente dimenticato, ma il suo lascito è evidente tanto nel gospel di matrice nera e bianca nelle loro forme a cappella.[3][8]
Altri sostengono che la barbershop music fosse in realtà una tradizione inventata che, benché correlata a diverse espressioni musicali nate intorno al 1900, tra cui i quartetti canori e l'uso dei barbershop chord,[3][9] fosse originata in realtà negli anni quaranta tra le file della Barbershop Harmony Society mentre era intenta a creare dei concorsi canori con le loro relative regole.[9]
Caratteristiche
modificaLa musica dei barbershop quartet presenta accordi consonanti e una trama omoritmica.[10][11][12] Uno degli elementi che caratterizzano la barbershop music sono i cosiddetti snakes ("serpenti") e swipes ("sfregamenti"), che si verificano quando un accordo viene alterato da un cambiamento di una o più voci non melodiche.[13] Nel caso delle tracce barbershop più lente, come ad esempio le ballate, il ritmo non viene scandito e le note sono spesso tenute più a lungo (o al contrario velocizzate) ad libitum.
La barbershop viene eseguita da quattro cantanti, tutti dello stesso sesso. Nel caso dei complessi maschili vi sono due tenori, uno dei quali costituisce la voce principale e l'altro arricchisce l'armonia, un basso, che crea le note più gravi, e un baritono, che definisce gli accordi. Nel caso dei barbershop quartet femminili tali ruoli vengono rimpiazzati rispettivamente da due soprani, un contralto, e un mezzosoprano. Il baritono e il tenore d'accompagnamento non cantano il testo dei brani, ma possono occasionalmente aggiungere delle parole. I membri dei barbershop quartet intervengono in genere all'unisono, e possono lasciare spazio a interventi vocali ove non tutti i cantanti intervengono contemporaneamente.
Secondo la Barbershop Harmony Society, "la barbershop music presenta canzoni dai testi comprensibili e melodie facilmente cantabili, i cui toni definiscono chiaramente un centro tonale, e implicano accordi maggiori e minori, più barbershop chord di settima (dominante e dominante secondaria) che si risolvono principalmente attorno al cerchio delle quinte, pur facendo un uso frequente di altre risoluzioni."[10]
Note
modifica- ^ barbershop music, su reverso.net. URL consultato il 27 aprile 2022.
- ^ Ted Gioia, Gli standard del jazz: Una guida al repertorio, EDT, 2015, "Don't Get Around Much More".
- ^ a b c d e Lynn Abbott; "Play That Barber Shop Chord"
- ^ (EN) Barbershop quartet singing, su britannica.com. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ a b c (EN) The African-American Roots of Barbershop (and why it matters) (PDF), su harmonizer.s3.amazonaws.com. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ (EN) SPEBSQSA (Society for the Preservation and Encouragement of Barber Shop Quartet Singing in America), su okhistory.org. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ (EN) History of the Barbershop Quartet, A Time-Honored Tradition, su barber-schools.org. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ (EN) Take 6, su singers.com. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ a b Frédéric Döhl
- ^ a b (EN) Judging Categories & Jury, su barbershop.de. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ (EN) Contest and Judging Handbook (June 2020 (PDF), su files.barbershop.org. URL consultato il 28 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2021).
- ^ (EN) Society Contest & Judging Committee publishes revisions for 2018, su barbershop.org. URL consultato il 28 aprile 2022.
- ^ (EN) Barbershop Quartet Singing, su oxfordmusiconline.com. URL consultato il 28 aprile 2022.
Bibliografia
modifica- (EN) Lynn Abbott, American Music, University of Illinois, 1992.
- (EN) James Earl Henry, The Origins of Barbershop Harmony: A Study of Barbershop's Links to Other African American Musics as Evidenced through Recordings and Arrangements of Early Black and White Quartets, Washington University, 2000.
- (EN) Tim Brooks, Lost Sounds. Blacks and the Birth of the Recording Industry, 1890–1919, University of Illinois, 2005.
- (EN) Frédéric Döhl, From Harmonic Style to Genre: The Early History (1890s-1940s) of the Uniquely American Musical Term Barbershop, in American Music #32, estate 2014.
- (EN) Gage Averill, Four Parts, No Waiting. A Social History of American Barbershop Harmony, Oxford University, 2003.
- (EN) Liz Garnett, The British Barbershopper: A Study in Socio-musical Values, Ashgate, 2005.
Altri progetti
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