Kepler-223
Kepler-223 (KOI-730, KIC #10227020) è una stella nana gialla distante circa 6390 anni luce dal sistema solare, visibile come un oggetto di magnitudine 15 nella costellazione della Cigno. Nel 2014, nell'ambito della missione Kepler, è stata confermata la scoperta di quattro pianeti extrasolari orbitanti attorno alla stella.[6]
Kepler-223 | |
---|---|
Classificazione | Nana gialla |
Classe spettrale | G |
Distanza dal Sole | 6390 anni luce[2] |
Costellazione | Cigno |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 19h 53m 16,42s[1] |
Declinazione | +47° 16′ 46,308″[1] |
Parametri orbitali | |
Sistema planetario | sì |
Dati fisici | |
Raggio medio | 1,72 R⊙[3] R⊙ |
Massa | |
Temperatura superficiale | |
Metallicità | 61% rispetto al Sole[5] |
Età stimata | 6,3+1,8 −1,7 miliardi di anni[3] |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 15[1] |
Moto proprio | AR: -4,270 mas/anno Dec: -11,068 mas/anno |
Caratteristiche
modificaKepler-223 è una stella simile al Sole, di tipo spettrale G e con massa paragonabile a quella della nostra stella, solo leggermente maggiore, così come la temperatura superficiale. La presenza di elementi più pesanti dell'elio, ossia la metallicità, è invece notevolmente minore, in quanto è circa il 60% di quella del Sole.
Osservazioni più recenti rispetto a quelle del periodo durante il quale sono stati scoperti i pianeti hanno rivisto il diametro della stella, relativamente più grande del Sole (1,71 M⊙), probabilmente a causa dell'età, che nello stesso studio è stata stimata essere di circa 6,8+1,8
−1,7 miliardi di anni, maggiore di quella del Sole.[3]
Sistema planetario
modificaI pianeti scoperti appartengono alla categoria dei giganti gassosi senza superficie solida, di dimensioni simili a Nettuno, ma con una densità ancor più bassa; i due più esterni in particolare possono essere definiti dei superpuffy, pianeti il cui inviluppo atmosferico si è gonfiato a dismisura a causa del calore che gli arriva dalla stella.[7][3]
La peculiarità di questi pianeti è che sono tutti in risonanza orbitale tra loro, da diversi miliardi di anni.[3] Il rapporto delle risonanze, a partire dal pianeta più esterno, è 3:4:6:8, quindi per ogni 3 orbite del quarto pianeta il terzo in ordine di distanza ne compie 4, il secondo 6 e quello più vicino alla stella 8.[8]
Data la relativa vicinanza alla stella madre, i pianeti hanno temperature piuttosto elevate, che vanno dai 746 ai 937 K,[9] mentre i loro raggi all'epoca della scoperta erano stati stimati essere compresi tra 1,7 e 3 raggi terrestri,[5] valori rivisti da uno studio di Mills et al. del 2016.[3]
Prospetto sul sistema
modificaPianeta | Massa | Raggio | Densità | Periodo orb. | Sem. maggiore | Eccentricità | Scoperta |
---|---|---|---|---|---|---|---|
b | 7,4+1,3 −1,1 M⊕ | 2,99 r⊕ | 1,54 g/cm³ | 7,3845 giorni | 0,073 UA | 0,078 | 2014 |
c | 5,1+1,7 −1,1 M⊕ | 3,44 r⊕ | 0,71 g/cm³ | 9,8456 giorni | 0,088 UA | 0,150 | 2014 |
d | 8+1,5 −1,3 M⊕ | 5,24 r⊕ | 0,21 g/cm³ | 14,7887 giorni | 0,116 UA | 0,037 | 2014 |
e | 4,8+1,4 −1,2 M⊕ | 4,6 r⊕ | 0,28 g/cm³ | 19,726 giorni | 0,14 UA | 0,051 | 2014 |
Note
modifica- ^ a b c Kepler-223 -- Star, in SIMBAD.
- ^ A.G.A. Brown et al., Gaia Data Release 2. Summary of the contents and survey properties, su vizier.u-strasbg.fr, VizieR, 2018.
- ^ a b c d e f g Sean M. Mills et al., A Resonant Chain of Four Transiting, Sub-Neptune Planets (PDF), in Nature, vol. 533, 26 maggio 2016, pp. 509–512, DOI:10.1038/nature17445.
- ^ Kevin G. Stassun et al., The TESS Input Catalog and Candidate Target List, su vizier.u-strasbg.fr, VizieR, 2018.
- ^ a b c Planet Kepler-223 b, in Enciclopedia dei pianeti extrasolari. URL consultato il 4 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2018).
- ^ Jason F. Rowe et al., Validation of Kepler's Multiple Planet Candidates. III: Light Curve Analysis & Announcement of Hundreds of New Multi-planet Systems (PDF), in Astrophysical Journal, vol. 784, n. 1, 4 marzo 2014.
- ^ Yayaati Chachan et al., A Featureless Infrared Transmission Spectrum for the Super-Puff Planet Kepler-79d (PDF), in The Astronomical Journal, vol. 160, n. 5, 2020, p. 201, DOI:10.3847/1538-3881/abb23a, arXiv:2008.05480.
- ^ Quattro “mini nettuni” danzano all’unisono, su media.inaf.it, INAF, 13 maggio 2016.
- ^ William J. Borucki et al., Characteristics of planetary candidates observed by Kepler, II: Analysis of the first four months of data (PDF), febbraio 2011.