Quicksand (David Bowie)

Quicksand è un brano musicale scritto dall'artista inglese David Bowie, sesta traccia dell'album Hunky Dory del 1971.

Quicksand
ArtistaDavid Bowie
Autore/iDavid Bowie
Genere[2]Musica acustica
Edito daKen Scott, David Bowie
Pubblicazione originale
IncisioneHunky Dory
Data17 dicembre 1971[1]
EtichettaRCA Records
Durata5:08
(EN)

«Don't believe in yourself
Don't deceive with belief
Knowledge comes with death's release»

(IT)

«Non credere in te stesso
Non ingannare con la fede
La conoscenza viene con la liberazione della morte»

Uscito su 45 giri nel 1974 come lato B di Rock 'n' Roll Suicide, non è presente in nessuna pubblicazione ufficiale di Bowie tranne Hunky Dory.

Il brano

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«La reazione a catena innescata dal fatto di andarmene in giro in perfetta beatitudine e poi la calamità dell'America hanno prodotto questa epopea della confusione. Comunque, considerando i miei problemi esoterici, avrei potuto scriverla anche a Plainview o a Dulwich.»

Quando nel dicembre 1971 uscì Hunky Dory, David Bowie rivelò che Quicksand era stata ispirata dal suo primo viaggio negli Stati Uniti avvenuto nel febbraio di quello stesso anno.[4] La canzone, una ballata acustica arrangiata da Mick Ronson con elementi folk e di musica classica, è un insieme di narrazione e surrealismo e come molte delle tracce dell'album combina una melodia apparentemente semplice con un testo introverso e pieno di oscuri presagi.

(EN)

«I'm frightened by the total goal
Drawing to the ragged hole...
[...]
I'm torn between the light and dark...
[...]
I'm sinking in the quicksand of my thought
And I ain't got the power anymore...»

(IT)

«Sono spaventato dalla meta finale
Mi trascino all'orlo frastagliato del buco...
[...]
Sono combattuto tra la luce e l'oscurità...
[...]
Sto affondando nelle sabbie mobili del mio pensiero
E non ho più il potere...»

Attraverso una spirale di riferimenti a Crowley, Himmler, Churchill, Nietzsche e alla Golden Dawn, il cantante medita sulle sue capacità inespresse, il tutto riprendendo le atmosfere cinematografiche che percorrono tutto l'album.

(EN)

«I'm living in a silent film...
[...]
I'm the twisted name on Garbo's eyes...»

(IT)

«Sto vivendo in un film muto...
[...]
Sono il nome intrecciato negli occhi della Garbo...»

Secondo alcune fonti, tuttavia, Bowie farebbe riferimento non alla diva svedese ma all'agente segreto spagnolo Joan Pujol García, conosciuto proprio con il nome in codice "Garbo" presso i servizi segreti britannici, che ebbe un ruolo cruciale nell'operazione di controspionaggio intesa a depistare i tedeschi durante lo sbarco in Normandia.[5]

Il concepimento di Quicksand risentì probabilmente anche dell'influenza del Libro tibetano dei morti, un testo fondamentale del buddhismo tibetano da cui Bowie era rimasto colpito,[6] affermando in più di un'intervista come l'idea della morte ("la meta finale") sia stata spesso motivo di forte inquietudine. Il testo propone un approccio spontaneo e ottimistico con il tema della morte e dello stato intermedio prima della reincarnazione, il momento di transizione (chiamato "Bardo") che può portare al Nirvana e alla liberazione dagli stati dell'esistenza.

(EN)

«If I don't explain what you ought to know
You can tell me all about it the next Bardo»

(IT)

«Se non spiego quello che dovreste sapere
Mi potrete dire tutto quanto nel prossimo Bardo»

Quicksand rimane una delle più misteriose composizioni di David Bowie, con un testo che mostra segni di disperazione e delusione suggerendo di abbandonare ogni speranza per il futuro, ma che evidenzia anche un bisogno di indagine dell'Essere e in cui emerge, come in altri brani tra cui Silly Boy Blue o Oh! You Pretty Things, l'influenza del buddhismo tibetano, dell'occultismo di Aleister Crowley e del concetto nietzscheano dell'oltreuomo.[4][7]

La freddezza del testo e il senso di disperazione sono tuttavia attenuati dall'arrangiamento orchestrale di Mick Ronson e dalla sontuosità della registrazione. Confrontando la traccia presente in Hunky Dory con il demo registrato qualche mese prima si sente come Bowie, Ronson e il produttore Ken Scott abbiano "ammorbidito" la canzone fino ad ottenere una performance più tranquilla e intricata.[7][8] Scott in particolare, che aveva appena terminato di lavorare come ingegnere del suono a All Things Must Pass di George Harrison, voleva con questo brano ricreare un ambiente acustico simile e trasferire da quell'esperienza la presenza massiccia di strumenti, sia in studio che attraverso le sovraincisioni.[8][9]

Formazione

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Quicksand dal vivo

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Quicksand fu eseguita dal vivo la prima volta durante l'ultimo concerto dell'Aladdin Sane Tour del 1973, in un medley con Life on Mars? e Memory of a Free Festival, dopodiché venne messa da parte fino al 1997, quando ne fu registrata una nuova versione l'8 gennaio per lo special radiofonico di BBC Radio 1 ChangesNowBowie e cominciò ad essere usata come brano d'apertura nei concerti dell'Earthling Tour. «È stato qualcuno della band a suggerirmi di riprenderla», spiegò Bowie durante la trasmissione, «l'avevo completamente dimenticata ma, dal momento che l'avevo riesumata per fare un favore ai ragazzi, ho ricominciato ad usarla sul palco. Me n'ero dimenticato, è una canzone veramente graziosa».[4]

Il giorno dopo, durante il Birthday Benefit Concert al Madison Square Garden di New York, David Bowie eseguì Quicksand con Robert Smith dei Cure, che in seguito ha rivelato su New Musical Express di non aver avuto scelta per il brano, cosa che lo aveva inizialmente seccato: «David mi aveva telefonato dicendo "Che pezzo ti piacerebbe fare?", così avevo cominciato a elencare canzoni come Drive-In Saturday e Young Americans. Allora lui ha fatto "Che ne dici di Quicksand?" e io ho pensato "che bastardo!"».[4]

Sempre nel 1997, il 14 ottobre Quicksand aprì il programma di MTV 10 Spot, registrato al Capitol Theatre di Port Chester e trasmesso il 23 dicembre. David, la cui esibizione non era inizialmente prevista, venne chiamato per sostituire i Rolling Stones che non poterono suonare a causa della laringite che aveva colpito Mick Jagger.[10]

In seguito venne eseguita solo in alcune date del Reality Tour 2003-04.

Oltre ad essere stata oggetto di alcune cover, Quicksand è stata eseguita in lingua tedesca dagli Züri West nel 2004 (come Tribsand) e in brasiliano da Seu Jorge nel 2005, in The Life Aquatic Studio Sessions.

Tra gli artisti che hanno inciso una cover:

  • i Dinosaur Jr. nella versione 12" di The Wagon del 1991 (con numerose variazione nel testo)
  • Seal in una versione acustica per MTV nel 1996, inclusa nel bootleg Unplugged[11]
  • i Sexy Sadie in Dream Covers del 2002
  • gli End of Fashion in Like a Version del 2005
  • gli Abbeyvein in .2 Contamination: A Tribute to David Bowie del 2006
  • gli Aslan in UNCASE'd del 2009
  • i Rainbow Arabia in We Were So Turned On: A Tribute To David Bowie del 2010
  • Robyn Hitchcock nella raccolta Trolley Bus 2 del 2010
  • Max Lorentz in Kiss You In The Rain - Max Lorentz Sings David Bowie del 2013
  • Taylor Momsen dei The Pretty Reckless e Mike Garson, in occasione del tributo a Bowie Just for One Day del 11 gennaio 2021

Il brano Unemployed in Summertime della cantautrice islandese Emilíana Torrini, traccia dell'album del 2001 Love in the Time of Science, utilizza la stessa melodia delle strofe di Quicksand.

  1. ^ 6ª traccia dell'album Hunky Dory
  2. ^ Claudio Fabretti, David Bowie Il dandy che cadde sulla Terra, su ondarock.it, OndaRock. URL consultato il 24 giugno 2021.
  3. ^ Everything's still Hunky Dory, su bowiewonderworld.com, www.bowiewonderworld.com. URL consultato il 14 settembre 2016.
  4. ^ a b c d Pegg (2002), p. 159.
  5. ^ Sheppard (2007), p. 24.
  6. ^ Gerevasi (2005), pp. 68-69.
  7. ^ a b Perone (2007), p. 22.
  8. ^ a b Quicksand, su bowiesongs.wordpress.com, www.bowiesongs.wordpress.com. URL consultato il 14 settembre 2016.
  9. ^ Buckley (2005), p. 115.
  10. ^ David Bowie Fills In At the Capitol Theater - By Dan Markowitz Oct. 19, 1997, su nytimes.com, www.nytimes.com. URL consultato il 14 settembre 2016.
  11. ^ Seal - Quicksand (David Bowie) / Live in New York (9 Apr 1996), su youtube.com, www.youtube.com. URL consultato il 14 settembre 2016.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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