Trittico
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I.
La triste pallidezza delle donne
prossime al parto, le culle assetate
per gli ospiti futuri e sconosciuti...
forme a pena abbozzate,
fra le candide trine, indefinite;
dolci balbettamenti senza fine,
larghe pupille sbigottite,
piccole teste tonde come palle...
O bambini, o bambine,
sono nati, son nate!
II.
Cuori febbrili ed indomati sensi,
desideri che il sonno fa compire,
mani che lentamente
si cercano, si toccano,
labbra congiunte appassionatamente,
soavi appuntamenti in mezzo ai densi
ramoscelli, ove Cupido
attende che la notte nera mandi
a spegnere nel mare azzurro il sole,
per fondar le scuole;
giovani ardenti e folleggianti vergini...
Sono grandi, son grandi!
III.
Nei cimiteri
spesse zolle di terra, fra le croci
sassi e nicchie; dei nomi antichi assai
che sopra i freddi marmi bianchi e austeri
la lebbra de le pietre cancellò...
Monumenti, davanti alle cui porte,
ove un lume di morti stride ed arde,
i ragni più feroci
hanno filato le sottili tele...
O vegliardi, o vegliarde
sono morti, son morte!...