Toramana: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FL3R (discussione | contributi)
Nuova pagina
(Nessuna differenza)

Versione delle 19:23, 20 gen 2024

Toramana
Signore degli Unni Alchon
In carica493-515
PredecessoreMehama
EredeMihirakula

Toramana, o anche Toramana Shahi Jauvla[1] (Gupta: Toramāṇa,[2] regnò all'incirca tra il 493 e il 515 d.C.) fu un sovrano degli Unni Alchon che governò nel nord dell'India tra la fine del V secolo e l'inizio del VI secolo d.C.[3][4] Toramana consolidò il potere degli Unni Alchon nel Punjab (regione tra il Pakistan e l'India nordoccidentale) e conquistò il nord e il centro dell'India, compresa Eran nel Madhya Pradesh. Toramana si presentava nelle sue iscrizioni con titolo di "Grande Re dei Re"[5] (Mahārājadhirāja ), sovrapponibile a quello di imperatore[6].

Panoramica

La storia di Toramana ci è pervenuta grazie al poema indiano Rajatarangini, nonché alcune monete ed iscrizioni.

L'iscrizione Sanjeli di Toramana racconta della sua conquista e del controllo sulla Malwa e sul Gujarat. Il suo impero si estendeva all'Uttar Pradesh, al Rajasthan e al Kashmir.[7] Segni della sua presenza sono riscontrabili anche nel Kausambi, dove sono stati rinvenuti alcuni dei suoi sigilli.

L'iscrizione di Rīsthal, rinvenuta nel 1983, narra della sua sconditta per mano del re Aulikara Prakashadharma del Malwa.[8]

Iscrizione del Punjab

Un'iscrizione trovata a Kura nel Salt Range registra la costruzione di un monastero buddista da parte di una persona di nome Rotta Siddhavriddhi durante il regno del sovrano unno Toramana. Il donatore esprime il desiderio che il merito religioso ottenuto dal suo dono sia condiviso con lui, il re e i membri della sua famiglia.[9] Nell'iscrizione di Khurā (495-500, dal Salt Range nel Punjab e ora a Lahore), Toramana assume i titoli regali indiani oltre a quelli dell'Asia centrale: Rājādhirāja Mahārāja Toramāṇa Shahi Jauvla[1][10][11], nei quali Shahi viene considerato il titolo regale mentre Jauvla un epiteto o Biruda. Questa è una registrazione buddista in sanscrito ibrido che attesta la donazione di un monastero (vihāra) ai membri della scuola Mahīśāsaka.[12][13]

L'iscrizione di Kura di Toramana. Il testo comincia con "Nel regno prospero del Re dei Re, il Grande Re Toramana Shahi Jauhkha".[14][15] Il nome di Toramana appare nella prima linea dell'iscrizione.

Iscrizione di Gwalior di Mihirakula

L'iscrizione di Gwalior di Mihirakula è un elogio al re Toramana.

Nell'iscrizione di Gwalior di Mihirakula, scritta in sanscrito, Toramana è descritto così:

«"Un sovrano [della terra], di grande merito, noto col nome glorioso di Tôramâna; attraverso (la sua) eroicità particolarmente caratterizzata dalla veridicità, egli governò la terra con giustizia."»

Iscrizione del Cinghiale di Eran

Il cinghiale di Eran, sulla sinistra, su cui è presente un'iscrizione che narra delle gesta di Toramana.
L'iscrizione del cinghiale di Eran.

L'iscrizione del cinghiale di Eran (a Malwa, 540 km a sud di Nuova Delhi, nello stato del Madhya Pradesh) risale al primo anno del regno di Toramana ed indica che l'est di Malwa era incluso nel suo dominio. L'iscrizione del cinghiale di Eran fu eretta in onore della divinità Vishù nel suo avatar Varaha.

«Om! Vittorioso è il dio [Vishnu], in forma di cinghiale; che, nel sollevare la terra [dalle acque], fece tremare le montagne con i colpi del suo duro muso; [e] che è il pilastro [per il sostegno] della grande casa che è il triplice mondo!»

The statue is of the deity in form of a boar, with engravings display it protecting rishis and upholding Dharma. Additionally, the statue contains Sanskrit inscriptions inscribed on the neck of the boar, in 8 lines of in Brahmi script. It also records the building of the temple in which the current Varaha image stands, by Dhanyavishnu, the younger brother of the deceased Maharaja Matrivishnu. The first line of the inscription, made after 484/85 CE mentions the "Maharajadhiraja Toramana" ("The great king of king Toramana") and reads:

La statua della divinità ha la forma di un cinghiale, con incisioni che lo mostrano a protezione dei rishi e a sostegno del Dharma. La statua contiene inoltre iscrizioni in sanscrito incise sul collo del cinghiale, in otto linee di scrittura brahmi. Registra anche la costruzione del tempio in cui si trova l'attuale immagine di Varaha, ad opera di Dhanyavishnu, il fratello minore del defunto Maharaja Matrivishnu.[16] La prima riga dell'iscrizione, incisa dopo il 484/485 d.C., menziona il Maharajadhiraja Toramana[17] e recita:

«"Nell'anno uno del regno del Re dei Re Sri-Toramana, che governa il mondo con splendore e radiosità..."»

Saccheggio di Kausambi

La presenza di sigilli a nome di Toramana e Hunaraja a Kausambi suggerisce che la città fu probabilmente saccheggiata dagli Alkhon sotto Toramana negli anni 497-500.[17]

Moneta di Toramana. Le iniziali Tora in scrittura brahmi appaiono a grandi lettere sul retro, sotto il disegno della ruota solare.[18][19]
Una rara moneta d'oro di Toramana con Lakshmi sul retro (circa 490-515), ispirata alle monete contemporanee dei Gupta, come quelle di Narasimhagupta Baladitya. La leggenda sul fronte recita: Il signore della terra, Toramana, conquistata la terra, vince il Cielo".
L'iscrizione (Il grande re dei re, il signore Toramana"), in scrittura Gupta, nell'iscrizione del cinghiale di Eran.[5]
Moneta d'argento di Toramana nello stile dell'Impero Gupta occidentale, con il pavone Gupta e la leggenda brahmi sul retro. La moneta, simile a quella d'argento di Skandagupta, presenta tuttavia una sostanziale differenza: il volto di Toramana è rivolto a sinistra, mentre era usanza tra i Gupta rivolgere il volto dei loro sovrani verso destra. Questo potrebbe essere un'evidenza dell'antagonismo tra i due imperi. Sul verso è incisa la data 52.

  Secondo l'iscrizione sulla lastra di pietra di Rishtal, scoperta nel 1983, il re Aulikara Prakashadharma di Malwa lo sconfisse nel 515 d.C

Toramana potrebbe anche essere stato sconfitto dall'Imperatore indiano Bhanugupta dell'Impero Gupta nel 510 d.C. secondo l'iscrizione di Eran, anche se la "grande battaglia" a cui partecipò Bhanagupta non è specificata nel testo.

Alcune monete d'argento di Toramana seguivano lo stile delle monete d'argento dei Gupta. L'unica differenza è che il verso presenta la testa del re girata a sinistra. Il rovescio conserva il pavone dalla coda a ventaglio e la leggenda inscritta è quasi simile, tranne che per l'ovvio cambio di nome in Toramana Deva.

Un'opera jaina dell'VIII secolo, il Kuvalayamala, afferma che Toramana visse a Pavvaiya sulle rive del Chandrabhaga e godette della sovranità del mondo.[20]

Successore

Il successore di Toramana fu suo figlio, Mihirakula.[21]

Voci correlate

Note

  1. ^ a b (EN) Ashvini Agrawal, Rise and Fall of the Imperial Guptas, Motilal Banarsidass Publ., 1989, ISBN 978-81-208-0592-7. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Agrawal 1989" è stato definito più volte con contenuti diversi
  2. ^ John Faithfull Fleet, Inscriptions Of The Early Gupta Kings And Their Successors, 1960, p. 162.
  3. ^ Rene Grousset, The Empire of the Steppes, Rutgers University Press, 1970, pp. 70-71, ISBN 0-8135-1304-9.
  4. ^ Toramana in "Dizionario di Storia" - Treccani - Treccani, su treccani.it.
  5. ^ a b John Faithfull Fleet, Inscriptions Of The Early Gupta Kings And Their Successors, 1960, pp. 158–161. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "archive.org" è stato definito più volte con contenuti diversi
  6. ^ "the Huna emperor Toramana" in (EN) Ashvini Agrawal, Rise and Fall of the Imperial Guptas, Motilal Banarsidass Publ., 1989, p. 251, ISBN 9788120805927.
  7. ^ Ahmad Hasan Dani, History of Civilizations of Central Asia: The crossroads of civilizations, A.D. 250 to 750, Motilal Banarsidass Publ, 1999, p. 142, ISBN 8120815408.
  8. ^ vol. 32, DOI:10.1163/000000089790082971, ISSN 0019-7246 (WC · ACNP), https://oadoi.org/10.1163/000000089790082971.
  9. ^ Upinder Singh, Political Violence in Ancient India, Harvard University Press, 2017, p. 240, ISBN 9780674981287.
  10. ^ (EN) Adesh Katariya, Ancient History of Central Asia: Yuezhi origin Royal Peoples: Kushana, Huna, Gurjar and Khazar Kingdoms, Adesh Katariya, 25 novembre 2007.
  11. ^ (EN) Parmanand Gupta, Geographical Names in Ancient Indian Inscriptions, Concept Publishing Company, 1977.
  12. ^ (EN) siddham.network, https://siddham.network/inscription/in00101/. URL consultato il 19 novembre 2019.
  13. ^ Burgess, Epigraphia Indica Vol 1, Archaeological Society of India, 1892, pp. 238–245.
  14. ^ (EN) Dániel Balogh, Hunnic Peoples in Central and South Asia: Sources for their Origin and History, Barkhuis, 12 March 2020, pp. 326–327, ISBN 978-94-93194-01-4.
  15. ^ James Burgess, Epigraphia Indica Vol.1, 1898, pp. 238–241.
  16. ^ J.F. Fleet, Corpus Inscriptionum Indicarum, vol. 3, Government of India, Central Publications Branch, 1888.
  17. ^ a b Hans Bakker 24a lettura Gonda
  18. ^ vol. 17, ISSN 0890-4464 (WC · ACNP), https://www.jstor.org/stable/pdf/24049314.pdf.
  19. ^ (EN) Ahmad Hasan Dani e B. A. Litvinsky, History of Civilizations of Central Asia: The crossroads of civilizations, A.D. 250 to 750, UNESCO, 1996, p. 175, ISBN 9789231032110.
  20. ^ Mahajan V.D. (1960, reprint 2007).
  21. ^ sdstate.edu, http://www.sdstate.edu/projectsouthasia/upload/Gwalior-of-Mihirakula.pdf.