Soprano drammatico d'agilità

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Nel canto, la locuzione soprano drammatico d’agilità designa un soprano specializzato sia nel canto di forza sia in quello virtuosistico.

Vocalità

La voce del soprano drammatico d'agilità unisce alle caratteristiche del soprano drammatico (intenso volume, ricchezza, pienezza e buona tenuta nel registro grave) quelle del soprano leggero (duttilità, flessibilità, agilità e ricca estensione nel registro acuto). L'estensione può superare le due ottave e mezza, dal si grave al fa sopracuto (si2 – fa5).

Storia

Si tratta di una definizione coniata nel XX secolo di una tipologia vocale introdotta in Italia nel XIX secolo. Man mano che l'opera assorbiva le influenze del romanticismo, che imponevano una maggiore caratterizzazione drammatica dei personaggi, i compositori cominciarono a scrivere ruoli per voci più robuste, senza cancellare la tradizione del canto virtuosistico. Le interpreti più famose, capaci di cimentarsi con questo repertorio, furono Giuditta Pasta, Maria Malibran e Henriette Méric-Lalande, sui cui eccezionali mezzi vocali Bellini e Donizetti modellarono alcuni celebri personaggi.

Caratteristiche

In realtà, tali ruoli sono caratterizzati soprattutto dall'alternanza tra vocalità diverse: momenti di pura agilità, passaggi di forza e squarci lirici: un aspetto, quest'ultimo, che la definizione a posteriori di soprano drammatico d'agilità manca tuttavia di sottolineare, rendendo la categoria poco appropriata sul piano storiografico. Va inoltre tenuto presente che la vocalità di ogni ruolo è differente, al punto da richiedere alla cantante diverse doti. Ad esempio, la voce che interpreta Abigaille nel Nabucco di Verdi è diversa da quella che interpreta la Lucia di Donizetti: Abigaille è un soprano drammatico con passaggi di agilità e momenti di abbandono elegiaco, Lucia un soprano lirico-leggero che a tratti richiede una maggiore robustezza di emissione.

Nel caso del soprano drammatico d'agilità, la coloratura deve essere eseguita a piena voce, ossia con il volume del soprano drammatico: grazie alla maggiore sonorità di emissione, l'agilità non è più un mero momento di bravura ma un espediente per esaltare maggiormente il personaggio, ottenendo un'introspezione psicologica più incisiva.

L'archetipo di questo registro vocale è Maria Callas, la cui voce era un dosaggio perfetto tra potenza, agilità, ed estensione ed era sorretta da un'eccellente tecnica di coloratura. Nel corso della sua carriera fu in grado di restituire il versante drammatico a personaggi all'epoca appannaggio quasi esclusivo del soprano leggero (Elvira de I puritani, Gilda nel Rigoletto, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Elena ne I vespri siciliani).

Altre cantanti che sono talvolta incluse in questa categoria, seppur dotate in alcuni casi di minore potenza vocale, sono Joan Sutherland, Montserrat Caballé, Renata Scotto e Cristina Deutekom.

Il periodo attuale

In alcuni casi (soprattutto al giorno d'oggi) questi ruoli sono sostenuti dal soprano lirico-leggero poiché il soprano drammatico d'agilità è ormai quasi scomparso: in questi casi viene però a perdersi proprio l'originaria caratterizzazione drammatica dei personaggi che vengono cantati con un volume minore rispetto a quello previsto, pur mantenendo i passaggi di agilità.

Nei paesi di lingua tedesca e inglese è noto rispettivamente come "dramatischer Koloratursopran" e "dramatic coloratura soprano" (soprano di coloratura drammatica) ed è indicato come un soprano leggero dotato di capacità drammatiche. Il dibattito se classificarlo come tale o come "soprano drammatico con capacità virtuosistiche" è molto acceso e non si è ancora giunti ad un accordo comune.

Ruoli per soprano drammatico d’agilità

Soprani drammatici d'agilità

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