Gratioloideae

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Gratioloideae
Gratiola officinalis
(tribù Gratioleae, sottotribù Gratiolinae)
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPlantaginaceae
SottofamigliaGratioloideae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
SottofamigliaGratioloideae
(Benth.) Luerss., 1882
Tribù

Gratioloideae (Benth.) Luerss., 1882 è una sottofamiglia di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]

Il nome della sottofamiglia deriva dal suo genere tipo Gratiola L., 1753 la cui etimologia deriva dalla parola latina "gratia" (= gradevolezza, piacevolezza, amabilità) con riferimento alle qualità medicinali delle piante di questo genere.[2][3]

Il nome scientifico della sottofamiglia è stato definito inizialmente dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) e perfezionato successivamente dal botanico tedesco Christian Luerssen (Brema, 6 maggio 1843 – Charlottenburg, 28 giugno 1916) nella pubblicazione "Handbuch der Systematischen Botanik - 2: 993. Sep 1882." del 1882.[4]

  • Il portamento delle specie di questa sottotribù è erbaceo (annuale o perenne) oppure suffrutescente o piccolo-arbustivo oppure è formato da piccoli alberi; in alcuni gruppi è acquatico (o subemergente, solo le infiorescenze sono fuori dall'acqua). Nelle specie acquatiche la forma biologica prevalente è idrofita natante (I nat), sono piante le cui gemme si trovano sommerse o natanti; non presentano radici ancoranti e galleggiano sulla superficie dell'acqua. I fusti possono essere da prostrati a ascendenti con sezioni arrotondate oppure fortemente quadrangolari a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. Queste piante si presentano glabre o sparsamente ghiandolari-pubescenti oppure villose o viscido-pubescenti. Alcune specie sono xerofite.[1][5][6][7]
  • Le foglie cauline hanno una disposizione opposta e sono da sessili a subsessili, oppure sono picciolate. In alcune specie sono presenti delle rosette basali, in altre il portamento è verticillato. Normalmente la lamina ha delle forme da lineari-lanceolate a ovoide, orbicolari o deltate con apici da ottusi a acuminati e margini da interi a variamente dentati o crenati. In alcune specie le foglie hanno la lamina a forma pennatosetta con segmenti lineari (filiformi); in altre le foglie hanno una consistenza carnosa, oppure i bordi sono revoluti.
  • Le infiorescenze sono racemose e frondose. In alcune casi sono presenti dei gruppi ascellari pauciflori formati da alcuni fiori (2 - 3). I fiori sono da semiamplessicauli o sessili a pedicellati. In alcune specie l'infiorescenza consiste in un solo fiore sessile e fertile sotteso da due foglie galleggianti sull'acqua e alcuni fiori cleistogami subemersi al livello delle rosette basali. In genere sono presenti 2 bratteole di tipo fogliaceo nei pressi del calice, ma non in tutte le specie.
  • I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e tetrameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 4 elementi ognuno).
    • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
      X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[5]
    • Il calice, gamosepalo, è formato da un tubo campanulato terminante con 5 lobi da subuguali a più o meno subbilabiati a volte embricati altre volte profondamente divisi. Nelle forme bilabiate i due lobi superiori sono larghi a forma ovoide, quelli inferiori sono più piccoli, con forme da lineari a lanceolate. In alcune specie il calice ha una particolare forma a cucchiaio (cocleariforme). In altre specie i lobi hanno delle forme triangolari. In altre specie il calice è accrescente alla fruttificazione con consistenza carnosa.
    • La corolla, gamopetala e subruotata, è formata da un tubo da cilindrico o campanulato a tubolare, terminante con due labbra. Il tubo in alcune specie è allungato e dilatato alla gola, in altre è molto stretto, subulato e termina in modo bilabiato, in altre ancora sono presenti delle protrusioni abassiali sul labbro inferiore, in altre ancora è bisaccato con una o due gibbosità a forma di sperone sempre nella parte abassiale. Il labbro inferiore è formato da 3 lobi; quello superiore è formato da 2 lobi e in genere è più piccolo di quello inferiore. I lobi possono essere arrotondati e patenti. Il colore della corolla è purpureo più o meno forte, rosa, bianco, blu, giallo o violetto; in alcune specie la gola è chiazzata di giallo.
    • L'androceo è formato da 2 - 4 stami (raramente 5) inclusi (o sporgenti) nel tubo corollino. In alcune specie sono presenti 2 staminoidi, in altre specie il paio abassiale è ridotto o mancante. I filamenti sono adnati alla corolla (inseriti sul lato superiore del tubo della corolla); in alcune specie sono genicolati (piegati a ginocchio o simili ad una Z). Le antere hanno due teche parallele e separate oppure confluenti; la deiscenza è longitudinale. Sono presenti specie monoteche. I granuli pollinici sono tricolporati.
    • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario è supero è obcordato oppure da ellissoide a globoso o ovoide. Gli ovuli per loculo sono numerosi, hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[8]. Lo stilo ha uno stigma capitato o bilobo. Il disco nettarifero è presente.
  • I frutti sono delle capsule fortemente piatte con deiscenza loculicida, o loculicida e setticida o solamente setticida (raramente sono presenti frutti indeiscenti). I semi, da pochi a numerosi, hanno una consistenza ialina-membranosa. Le teste dei semi, colorate di nero o marrone scuro, sono striate e con coste longitudinali, oppure sono lisce. L'endosperma non è alveolato.

Distribuzione e habitat

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La distribuzione della sottofamiglia è principalmente relativa al Nuovo Mondo, in particolare:

  • tribù Angelonieae: la distribuzione delle specie di questa tribù è soprattutto relativa all'America Latina con habitat più o meno tropicali;
  • tribù Gratioleae: la distribuzione delle specie di questa tribù è asiatica e africana per la sottotribù Dopatriinae, mentre è prevalentemente americana per la sottotribù Gratiolinae con habitat che variano da quello tropicale a quello temperato;
  • tribù Stemodieae: le specie di questa tribù hanno una distribuzione prevalentemente americana con habitat tropicali.

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[5] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[6], o anche 117 generi e 1904 specie[9] o 90 generi e 1900 specie[10]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù.[1]

Composizione della sottofamiglia

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La sottofamiglia comprende 3 tribù, 2 sottotribù, 34 generi e circa 366 specie.[1][9][11]

Tribù Angelonieae

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La tribù Angelonieae Pennell, 1920 comprende 6 generi e 75 specie:

Tribù Gratioleae

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La tribù Gratioleae Benth., 1835 comprende 2 sottotribù, 15 generi e circa 180 specie:

Sottotribù Dopatriinae
La sottotribù Dopatriinae comprende 5 generi e 57 specie:

Sottotribù Gratiolinae
La sottotribù Gratiolinae Benth., 1846 comprende 10 generi e circa 120 specie:

Tribù Stemodieae

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La tribù Stemodieae Benth. & Hook.f., 1876 comprende 13 generi e 111 specie:

Incertae sedis e gruppi esclusi

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All'interno di questo gruppo non è più descritta la tribù Limoselleae Dum., 1827 (con il genere Limosella L., 1753) ora inserita nella famiglia Scrophulariaceae e la tribù Lindernieae Rchb., 1831 (con 14 generi) ora inserita nella famiglia Linderniaceae.[10]

Anche il genere Zenkerina (con la sola specie Zenkerina kamerunensis Engl.), da alcuni Autori descritto all'interno della sottofamiglia di questa voce, attualmente è considerato un sinonimo di Staurogyne ed è incluso nella famiglia Acanthaceae.[12]

La tabella seguente elenca un gruppo di generi tradizionalmente descritti nelle famiglie Phrymaceae e Trapellaceae o Pedaliaceae (genere Trapella) la cui collocazione nella sottofamiglia Gratioloideae è ancora da definire (Incertae sedis):[9][10]

Genere Numero specie Distribuzione
Bryodes
Benth., 1846
1 - 3 Mediterraneo e isole Mascarene
Bythophyton
Hooker f., 1884
Una specie:
Bythophyton indicum (Hook. f. & Thomson) Hook. f.
Indomalesia
Dintera Stapf, 1900 Una specie:
Dintera pterocaulis Stampf
Africa meridionale
Encopella Pennell, 1920 Una specie:
Encopella tenuifolia (Griseb.) Pennell
Cuba
Hemianthus Nutt., 1817 3 - 4 America Centrale
Micranthemum Michx., 1803 17 America
Psammetes Hepper, 1962 Una specie:
Psammetes madagascariensis (Bonati) Eb. Fischer & Hepper
Nigeria
Trapella Oliv., 1887 1 - 2 Asia orientale

Storicamente questo gruppo ha fatto parte della famiglia Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist).[13] In seguito è stato descritto anche all'interno della famiglia Veronicaceae. Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae.[10]

In base ad alcuni studi di tipo filogenetico la sottofamiglia Gratioloideae risulta in posizione basale rispetto alle altre sottofamiglie della famiglia Plantaginaceae. In particolare all'interno del gruppo sono stati individuati due cladi principali: un primo clade comprendente le tribù Gratioleae e Stemodieae (non meglio risolto) e un secondo clade relativo alla tribù Angelonieae. Inoltre la sottofamiglia Gratioloideae potrebbe essere "gruppo fratello" della tribù Sibthorpieae (sottofamiglia Digitalioideae) in contrasto però con la posizione filogenetica degli altri gruppi della sottofamiglia Digitalioideae.[11]

Generi spontanei della flora italiana

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Nella flora spontanea italiana sono presenti solamente due specie di questa sottofamiglia:[7]

Alcune checklist individuano la specie presente in Italia come Limnophila sessiliflora Bl..[14]

Alcune specie

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Tribù Angelonieae

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Tribù Gratioleae

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Sottotribù Dopatriinae

Sottotribù Gratiolinae

Tribù Stemodieae

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  1. ^ a b c d e Kadereit 2004, pag. 383.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 22 febbraio 2017.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 184.
  4. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 27 marzo 2017.
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  7. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 524.
  8. ^ Musmarra 1996.
  9. ^ a b c Olmstead 2012.
  10. ^ a b c d Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  11. ^ a b Albach et al 2005.
  12. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/tro-103015. URL consultato il 28 marzo 2017.
  13. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 363.
  14. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 13 febbraio 2017.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 2, 1960.

Collegamenti esterni

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