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<poem>
                              Lo stuol del miglior sesso,
                              {{R|65}}Finchè venga il suo amplesso.
                              Qui l’un figlio si adopra
                              In rifar mondo e terso
                              Lo insanguinato brando:
                              Là, d’invidia cosperso,
                              {{R|70}}Dice il secondo: ‘ E quando
                              Palleggerò quell’asta,
                              Cui mia destra or non basta? ’
                              Lo scudo il terzo,
                              Con giovin scherzo,
                              {{R|75}}Prova come il ricopra.
                                   Di gioia lagrima
                                        Sull’occhio turgido
                                        Del re si sta;
                                   Ch’ei di sua nobile
                                        {{R|80}}Progenie amabile
                                        È l’alma, e il sa.
                                   Oh bella la pace!
                                        Oh grato il soggiorno,
                                        Là dove hai d’intorno
                                        {{R|85}}Amor sì verace,
                                        Sì Candida fè!
                                   Ma il sol già celasi;
                                        Tace ogni zeffiro;
                                        E in sonno placido
                                        {{R|90}}Sopito è il re . . .
          Il re posa, ma i sogni del forte
               Con tremende sembianze gli vanno
               Presentando i fantasmi di morte.
          Ecco il vinto nemico tiranno,
               {{R|95}}Di sua man già trafitto in battaglia;
               Ombra orribil, che omai non fa danno.</poem><noinclude>{{PieDiPagina|366||}}</noinclude>

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