Traduzione di Luigi Pirandello.
Dall’incipit del libro:
Quando a la boreal nebbia che stese,
lunga stagion, sui miei più caldi amori
sua grigia notte, ai nordici rigori
volsi le spalle, e alfin del mio paese
il chiaro ciel rividi e gli splendori,
nel sorriso d’April, diletto mese;
da la dolcezza che nel cor mi scese
sbocciâr gli affetti, come tanti fiori.
E Roma salutai con la possente
voce del Vate, che oblio più non teme,
teco volgendo l’Elegia ridente.