Green Hell VR – Recensione

PC VR

Nessuno ha detto che perdersi nella giungla amazzonica debba essere divertente, e Green Hell VR è qui per confermarlo.

Sviluppatore / Publisher: Incuvo S.A. / Incuvo S.A. Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi PEGI: 16 Multiplayer: Assente Disponibile Su: Oculust Quest 2 Data di Lancio: Già disponibile

L’inferno verde di Incuvo è un filo meno verde e dantesco di quello che potreste ricordarvi. Perché la transizione verso il modesto hardware di Quest 2 ha richiesto un discreto costo, più o meno salato a seconda di quanto abbiate amato il gioco nella sua incarnazione originale.

Green Hell VR è un adattamento più lineare ed essenziale, ambientato in una foresta decisamente meno particolareggiata: basta guardare i filmati d’intermezzo basati sul motore della versione PC per fare un confronto ingiustamente impietoso.

GREEN HELL VR TI FA SUDARE COME FOSSI IN AMAZZONIA

Se amate usare Quest 2 senza la simbiotica alleanza con il vostro computer tramite remote desktop o diavolerie simili, dovreste però aver già messo in conto il downgrade, consapevoli di ricevere in cambio qualcosa di molto più intrigante. L’immersione nella foresta pluviale amazzonica compie dunque un grande passo in avanti nella realtà virtuale, tanto che tornare a pad e tastiera rischia di essere svilente, quasi banale. Ogni passo verso la sopravvivenza quotidiana in un ambiente tanto bello quanto letale è accompagnato da precisi movimenti, con alberi da abbattere energicamente a colpi d’accetta, pietre focaie da sfregare per accendere il fuoco e pali da piantare nel terreno martellando con strumenti improvvisati, da coprire frettolosamente con foglie di palma per mettere in piedi un rifugio temporaneo e salvare finalmente la partita.

Green Hell VR è un gioco estremamente aerobico, che mette alla prova corpo e mente: il giorno cede il passo a una notte nera come la pece, predatori più o meno letali sono in agguato a ogni passo e lo smart watch al polso non perde tempo nel rimarcare la fragilità del protagonista Jake, solo in un paradiso infernale sulle tracce della moglie Mia. L’interfaccia è ugualmente brillante, con trasmittente, diario e armi adibiti a precisi alloggiamenti situati sul corpo di Jake, mentre il fido zaino riposa sulle spalle in attesa di essere posizionato a terra per mostrare l’inventario.

Il sonoro svolge un ruolo fondamentale nel calare egregiamente il giocatore negli umidi panni di Jake

È tutto molto naturale e intuitivo, e il sonoro svolge un ruolo fondamentale nel calare egregiamente il giocatore negli umidi panni di Jake, con riusciti effetti ambientali e i sinistri rumori della foresta che riescono a trasmettere un senso di oppressione e pericolo costante; più di una volta mi sono guardato nervosamente attorno agitando un’arma rudimentale al suono di un serpente a sonagli, così come ho abbattuto pacifici capibara colpendo a vuoto quei cespugli che emanavano un fruscio sospetto. Mi dispiace molto, amici capibara, ma è la legge della giungla, e Green Hell esige che sia seguita alla lettera: Jake è un fragile antropologo all’interno di un ecosistema ostile, dotato della conoscenza base per muovere i primi passi, tuttavia destinato a fare una pessima fine se non saprà adattarsi. L’acqua va bollita e purificata per evitare infezioni, cadere da un tronco scivoloso causerà brutte ferite e, nonostante la fame, bisogna fare attenzione a quello che si ingerisce, ché il tabacco per creare rudimentali antidoti non cresce dietro l’angolo. Ecco, qualche giorno in compagnia di Green Hell VR e parlo già come una Giovane Marmotta.

IL PREZZO DELLA REALTÀ

Green Hell VR, come già detto, è una versione più breve ed essenziale rispetto all’illustre ispiratore, con una longevità che si assesta attorno alle dieci ore, da ridimensionare ulteriormente una volta assorbite le meccaniche e compresi gli effetti curativi o letali di flora e fauna. Graficamente il risultato è discreto, con un orizzonte visivo piuttosto risicato e la fluidità che si permette cadute significative una volta visualizzati un certo numero di oggetti interattivi contemporaneamente sullo schermo. Nulla che gli utenti di Oculus Quest 2 non abbiano già messo in conto del resto, mentre sul fronte comfort i risultati sono eccellenti: al netto di qualche sobbalzo dovuto a salti e cadute, ho giocato l’avventura con lo spostamento fluido senza il minimo problema, ma i soggetti più sensibili potranno comunque attingere a un vasto repertorio di opzioni che comprende teletrasporti e tutta quella serie di agevolazioni a cui siamo abituati.

In Breve: Green Quest VR è una conversione intelligente, che baratta parte della complessità del titolo originale in cambio di una sensazione d’immersione impagabile. Al netto delle prevedibili concessioni sotto il profilo grafico, il risultato è ottimo e soddisfacente, cucito su misura attorno a un’esperienza in VR che richiede al giocatore uno sforzo ben maggiore rispetto a quanto sperimentato su PC. L’originale è complessivamente superiore, ma nell’ottica della realtà virtuale Green Hell VR si candida come un eccellente declinazione di un gioco apprezzatissimo.

Piattaforma di Prova: Oculus Quest 2 (standalone)
Com’è, Come Gira: Il downgrade rispetto alla versione originale è notevole, ma l’immersione nella VR compensa le lacune grafiche. Usabilità ottima nonostante qualche piccola imperfezione, in primis le prevedibili compenetrazioni poligonali.

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Pro

  • Le meccaniche survival sono assai appassionanti nella realtà virtuale / Sonoro sensazionale che crea la degna atmosfera.

Contro

  • Complessivamente inferiore rispetto all'originale / Tecnicamente l'architettura di Quest 2 non fa miracoli.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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