Theraphosidae
Theraphosidae (Thorell, 1870) è una famiglia di ragni appartenente all'infraordine Mygalomorphae, i cui membri sono noti come migale o volgarmente chiamate tarantole.
Etimologia
modificaIl nome deriva dal greco θήρα, thḗra, cioè "animale selvatico, bestia" e φῶς, phôs, cioè "luce", ed il dittongo finale -idae, che designa l'appartenenza ad una famiglia.
Origine del nome tarantola
modificaIl nome tarantola era usato nei dintorni di Taranto già dalla fine del '400 riferendosi alla Lycosa tarantula[1]. La credenza voleva che il morso di questo ragno provocasse una condizione patologica, detta tarantismo, caratterizzata da una situazione di malessere generale e una sintomatologia simile all'epilessia. Si riteneva fosse possibile neutralizzare gli effetti del veleno saltando e sudando copiosamente: da ciò nacque la credenza popolare che la danza potesse guarire dalla malattia. Il termine taranta è infatti anche usato come sinonimo di "pizzica", la danza e il genere musicale generato e culturalmente connesso al tarantismo.
In realtà il morso della Lycosa tarantula, è pressoché innocuo per l'uomo; più credibile appare essere l'ipotesi che le pinzature con gravi effetti sistemici sul corpo umano potessero essere probabilmente attribuibili alla malmignatta, ragno molto meno "vistoso" ma dal veleno ben più temibile e con effetti neurotossici compatibili con il quadro sintomatico del tarantismo. La malmignatta (appartiene infatti al genere Latrodectus, le famigerate "vedove nere") ed il suo veleno, sebbene non potente come quello di altri esemplari esotici, è effettivamente il più pericoloso tra quelli dei ragni italici.
Quando i primi esploratori europei giunti nelle Americhe scoprirono i ragni giganti della futura famiglia Theraphosidae li chiamarono tarantole per via delle loro grosse dimensioni e della vaga somiglianza ai ragni del genere Lycosa.
L'unico ragno appartenente alla famiglia Theraphosidae presente in Italia (Sicilia) è Ischnocolus valentinus.
Caratteristiche generali
modificaNonostante le loro dimensioni spesso considerevoli, ben poche migali possono essere considerate pericolose per l'uomo. In generale possiedono un veleno piuttosto blando.
Non tutte le tarantole sono di grosse dimensioni, in base alla specie la lunghezza del corpo può variare dai 2,5–10 cm con 8–30 cm di legspan (lunghezza considerando comprese le zampe). Le più grosse appartengono al genere Theraphosa: Theraphosa blondi e Theraphosa apophysis, originarie del Venezuela, possono superare anche i 100 grammi di peso ed i 33 cm di lunghezza.
In genere le femmine sono di corporatura più robusta (soprattutto l'addome), di dimensioni maggiori ed hanno anche una maggiore longevità (anche oltre i 20 anni[2]).
La maggior parte delle tarantole è di colore scuro (marrone o nero), comunque qualche specie è caratterizzata da colorazioni più vivaci come il blu cobalto dell'Haplopelma lividum, i colori metallizzati dell'Avicularia versicolor oppure i colori zebrati della Brachypelma smithi e dell'Acanthoscurria geniculata.
Anatomia
modificaIl corpo delle tarantole si può suddividere in due sezioni principali: la parte anteriore prosoma (anche chiamato cefalotorace) e l'addome chiamato opistosoma.
La superficie del prosoma viene definita carapace, al centro del quale si trova la fossa foveale, piccola depressione dove congiungono i vari muscoli. Nella parte frontale trovano posto gli otto occhi disposti in due file.
Nell'addome trovano posto l'ano e gli opercoli branchiali, ovvero la parte esterna dei quattro polmoni a libro.
Appendici
modificaDi fronte agli occhi partono due appendici chiamate cheliceri terminanti con gli aculei veleniferi; questi oltre ad essere utilizzati per immobilizzare le prede vengono anche usati per scavare o spostare piccoli oggetti (per esempio il sacco ovigero).
All'esterno dei cheliceri si trovano i pedipalpi, appendici dall'aspetto quasi identico alle zampe, ma con un segmento in meno. I pedipalpi vengono usati durante l'alimentazione e come strumenti tattili; nei maschi essi acquistano anche la funzione di organi sessuali secondari.
Dopo i pedipalpi ci sono quattro paia di zampe, suddivise in sette segmenti: coxa, trocantere, femore, patella, tibia (con sperone tibiale nei maschi di molte specie), metatarso e tarso.
Le uniche appendici non collegate al prosoma sono le filiere (o spinner) che sono dislocate nella parte conclusiva dell'ophistosoma.
Peli
modificaOltre ai normali peli sul corpo alcune tarantole di origine americana hanno anche dei peli urticanti (circa 10.000 per mm²[3]) che possono utilizzare come difesa in caso non riescano a fuggire dal pericolo. Oltre ad essere lanciati contro possibili aggressori, i peli urticanti vengono usati per marcare il territorio oppure, messi ai bordi della tana, aiutano a scoraggiare eventuali predatori, specie durante la muta.
In base al tipo di nemico i peli possono dimostrarsi mortali oppure un semplice deterrente. Nelle persone gli effetti si limitano ad un prurito nella zona colpita, ma maggiori problemi si hanno nel caso in cui vengano a contatto con gli occhi, vengano inalati oppure vi sia un'allergia a questi. Risultano invece ben più pericolosi per i piccoli predatori che infastidiscono il ragno.
Alcune specie, come Pelinobius muticus, posseggono peli stridulanti che, se strofinati, gli permettono di creare un forte rumore in modo da scoraggiare eventuali assalitori.
Habitat ed etologia
modificaLe migali sono predatori crepuscolari: attendono le loro prede all'ingresso della tana per poi ucciderle iniettando il veleno attraverso gli aculei veleniferi. Nonostante la loro scarsa abilità visiva, in genere limitata a luci e ombre, riescono ad essere molto precise grazie ad un'estrema sensibilità alle vibrazioni che viene spesso migliorata utilizzando della tela all'esterno del rifugio. In base alle vibrazioni percepite il ragno decide se l'animale è un pericolo oppure una possibile preda.
La dieta tipica è formata da insetti come grilli (per le specie terricole) oppure falene (per le specie arboricole). In rari casi possono anche catturare piccoli mammiferi come topi oppure piccoli uccelli o pesci.
Vivono generalmente in solitudine e sono cannibali, alcune specie come l'Avicularia avicularia sembrano però più tolleranti alla presenza di un altro esemplare nella loro zona.
Tane
modificaLe tarantole vivono in diversi tipi di tane. Le specie terricole usano spesso scavarsela nella terra, utilizzare un rifugio abbandonato da qualche altro piccolo animale oppure qualche cavità sotto rocce o alberi caduti. Il buco ed il suo ingresso vengono poi ricoperte dalla tela, sia per protezione che per la caccia.
Le specie arboricole, disponendo di un'agilità maggiore, abitano invece in ragnatele generalmente di forma tubolare costruite su alberi o piante.
Crescita, vita e muta
modificaCome gli altri ragni, le tarantole per crescere devono cambiare periodicamente il loro esoscheletro, con un processo chiamato muta. I piccoli possono fare la muta anche qualche volta all'anno, mentre gli adulti lo fanno generalmente annualmente. Cambiando esoscheletro hanno inoltre la possibilità di recuperare zampe perse o denti rotti. Le tarantole impiegano solitamente tra i 2 ed i 5 anni per raggiungere l'età adulta, ma alcune specie possono impiegarci anche una decina di anni.
Solitamente solo le femmine continuano a mutare una volta adulte ottenendo dunque una longevità molto superiore ai maschi.
Riproduzione
modificaUna volta adulti agli esemplari maschi restano solamente 1 o 2 anni di vita e partono immediatamente alla ricerca di una femmina con cui accoppiarsi. Il processo di riproduzione è, come per gli altri ragni, piuttosto diverso da quello dei mammiferi. Il maschio rilascia il suo seme su una ragnatela (tela spermica) per poi assorbirlo attraverso i suoi pedipalpi (come delle piccole zampe situate nella parte frontale, usate anche per funzioni tattili). Trovata la tana di una possibile partner, inizia il corteggiamento tamburellando con le zampe anteriori per far capire le proprie intenzioni e per assicurarsi di essere della stessa specie. Se la compagna è disposta ad accoppiarsi inizierà a sua volta a tamburellare.
Dopo i preliminari il maschio inserirà i suoi pedipalpi nella spermateca (una fessura ellittica presente nell'addome della femmina) per rilasciare il suo seme.
Terminato l'accoppiamento il maschio dovrà scappare velocemente o rischierà di essere mangiato.
Dopo l'accoppiamento, in base alla specie, verranno depositate dalle 50 alle 2000 uova che saranno controllate dalla madre per 6/7 settimane. Una volta schiuse le uova i piccoli di ragno (spiderling) rimarranno nelle vicinanze per qualche tempo per poi disperdersi in tutte le direzioni.
Migali come animali domestici
modificaLe migali sono tenute da alcuni come animali domestici per via della loro silenziosità, dello spazio ridotto di cui necessitano, delle poche cure necessarie, dell'assenza di cattivi odori e del loro basso costo.
Generalmente, le specie più consigliate per i novizi sono la Grammostola rosea (anche chiamata Chilean Rose) e quelle appartenenti alla famiglia Brachypelma (che però sono soggette a controlli CITES). Il carattere in genere mansueto, la facilità di garantirgli parametri ambientali corretti e la facile reperibilità sul mercato fanno di queste tarantole un ottimo punto di partenza.
Il terrario, in vetro o plastica per gli esemplari più piccoli, va scelto in base al tipo di ragno: terricolo, arboricolo o scavatore.
L'altezza non deve essere eccessiva per i ragni terricoli (al massimo 30 cm dal substrato, per minimizzare il rischio cadute), mentre deve essere maggiore per i ragni arboricoli (40–80 cm), in modo che possano arrampicarsi e creare le loro ragnatele tubulari.
Generalmente, come substrato è consigliato qualche centimetro di torba irlandese, che non dove essere assolutamente concimata e/o trattata. Per i ragni scavatori tale substrato dovrà essere aumentato fino a 20/40 cm. Come decorazione si può posizionare un sasso liscio al centro del terrario per evitare che il ragno, cadendo dalle pareti, lo colpisca. Per le specie arboricole non devono mancare cortecce o altri materiali per arrampicarsi e poter creare le loro tele.
Ogni specie necessita di una temperatura media e di un'umidità relativa particolari. Per quanto riguarda la temperatura, si possono utilizzare tappetini riscaldanti oppure cavetti termici, entrambi da utilizzare all'esterno del terrario. Per l'umidità, spesso viene utilizzato un recipiente d'acqua abbinato a spruzzate tramite vaporizzatore.
Morsi e trattamento
modificaNon ci sono prove di morti causate dal morso di migali agli umani.
La documentazione riguardante gli effetti dei morsi di tarantole è piuttosto scarsa, comunque per molte specie gli effetti sono inferiori ad una semplice puntura di vespa.
A parte il dolore, l'unico pericolo è la possibilità di una reazione allergica o di infezione, molto rara.
Prima di attaccare, la tarantola generalmente assume una posizione di avvertimento alzando la parte anteriore del corpo mostrando chiaramente i suoi aculei veleniferi e, in alcune specie, emettendo un suono stridulo. Se questo avvertimento non bastasse a scoraggiare il nemico, si gira per lanciare i peli urticanti eventualmente presenti sull'addome. Solo a questo punto e solo se impossibilitata alla fuga, la tarantola scatta velocemente per infliggere il morso.
Migali come cibo
modificaIn uno speciale del National Geographic è stato illustrato come alcune tribù dell'Amazzonia cacciano e cucinano le tarantole.
I ragni vengono catturati con l'ausilio di un bastone e le loro zampe legate assieme per poi essere arrostiti ancora vivi.
La Theraphosa blondi è considerata una prelibatezza dagli indigeni Piaroa del Venezuela.
Altro luogo in cui la tarantola è diffusa come cibo è la Cambogia[4].
Tassonomia
modificaSottofamiglie
modificaA novembre 2020 la famiglia Theraphosidae è suddivisa in 13 sottofamiglie, contenenti 150 generi e circa 1004 specie[5]; la suddivisione in sottofamiglie segue quella adottata dal Museo di Storia Naturale di Berna[6]:
- Acanthopelminae Smith, 1994; è una sottofamiglia monotipica che comprende tarantole terrestri, di piccola taglia, della Guiana francese e dell'America centrale.
- Aviculariinae Simon, 1874; è una sottofamiglia di tarantole arboricole, delle zone tropicali del Nuovo Mondo. I generi Avicularia, Ephebopus e Pachistopelma hanno peli urticanti, che non possono lanciare verso la preda, ma utilizzarli come arma solo se vengono a contatto con essa. Le specie appartenenti a questa sottofamiglia sono considerati di indole generalmente docile e tranquilla.
- Eumenophorinae Pocock, 1897; è una sottofamiglia di tarantole diffusa soprattutto in Africa e nelle regioni circostanti. Alcuni autori pongono il genere Proshapalopus (rinvenuto in Brasile, non in Africa) in questa sottofamiglia.
- Harpactirinae Pocock, 1897; comprende un gruppo di tarantole diffuse in Africa, sebbene più piccole delle Eumenophorinae. Sono note come ragni-babbuino per le loro gambe pelose e per l'ultimo elemento delle loro zampe che termina con una forma simile alle zampe dei babbuini.
- Ischnocolinae Simon, 1892; comprende ragni a diffusione cosmopolita.
- Ornithoctoninae Pocock, 1895; le tigri di terra appartenenti a questa sottofamiglia sono un gruppo di tarantole del Vecchio Mondo diffuse primariamente in Asia sudorientale, Cina meridionale, e Borneo.
- Poecilotheriinae Simon, 1892;
- Schismatothelinae Guadanucci, 2014;
- Selenocosmiinae Simon, 1889; comprende principalmente ragni dell'Asia orientale e dell'Australia. Rispetto alle tarantole dell'Asia orientale della sottofamiglia Ornithoctoninae, queste sono note per il loro veleno potente e la posa difensiva che assumono. I generi Psalmopoeus e Tapinauchenius non posseggono peli urticanti.
- Selenogyrinae Smith, 1990; comprende tarantole dell'India e dell'Africa.
- Stromatopelminae Schmidt, 1993; comprende tarantole arboricole dell'Africa occidentale.
- Theraphosinae Thorell, 1870; comprende tarantole terrestri del Nuovo Mondo provviste di peli urticanti. La maggior parte dei ragni tenuti in casa come animali domestici appartiene a questa sottofamiglia.
- Thrigmopoeinae Pocock, 1900; comprende tarantole dell'India.
Denominazioni in disuso
modifica- Poecilotheriinae; a questa sottofamiglia monotipica appartengono ragni arboricoli dell'India e dello Sri Lanka, alcuni dei quali sono considerati specie in pericolo di estinzione; dal 2012, tutti i suoi generi tranne Poecilotheria hanno assunto il rango di tribù (Poecilotheriini), ed è stata inserita nella sottofamiglia Selenocosmiinae.
- Spelopelminae, sottofamiglia assorbita nel 2003 nei Theraphosinae.
Generi in ordine alfabetico
modificaI 144 generi in ordine alfabetico sono:
- Acanthopelma F. O. P.-Cambridge, 1897[7] - America centrale, Guyana
- Acanthoscurria Ausserer, 1871 - America meridionale
- Acentropelma Pocock, 1901 - Messico, Guatemala, Belize
- Aenigmarachne Schmidt, 2005 - Costa Rica
- Agnostopelma Pérez-Miles & Weinmann, 2010 - Colombia
- Aguapanela Perafán & Cifuentes, 2015 - Colombia
- Annandaliella Hirst, 1909[8] - India
- Anoploscelus Pocock, 1897[9] - Uganda, Tanzania, Ruanda
- Antillena Bertani, Huff & Fukushima, 2017 - Repubblica Dominicana
- Aphonopelma Pocock, 1901 - USA, Messico, America centrale
- Augacephalus Gallon, 2002 - Africa meridionale e orientale
- Avicularia Lamarck, 1818 - America meridionale
- Bacillochilus Gallon, 2010 - Angola
- Batesiella Pocock, 1903[10] - Camerun
- Birupes Gabriel & Sherwood, 2019 - Borneo
- Bistriopelma Kaderka, 2015 - Perù
- Bonnetina Vol, 2000 - Messico
- Brachionopus Pocock, 1897[11] - Sudafrica
- Brachypelma Simon, 1891[12] - Messico, Costa Rica, Guatemala, Panama
- Bumba Pérez-Miles, Bonaldo & Miglio, 2014 - Brasile, Venezuela, Ecuador
- Cardiopelma Vol, 1999[13] - non conosciuto
- Caribena Fukushima & Bertani, 2017 - Porto Rico, Cuba, Isole Vergini USA, Martinica
- Catanduba Yamamoto, Lucas & Brescovit, 2012 - Brasile
- Catumiri Guadanucci, 2004 - Brasile, Argentina, Cile
- Ceratogyrus Pocock, 1897 - Africa meridionale
- Chaetopelma Ausserer, 1871 - Medio Oriente, Egitto, Turchia, Cipro
- Chilobrachys Karsch, 1891 - India, Myanmar, Cina
- Chromatopelma Schmidt, 1995 - Venezuela
- Citharacanthus Pocock, 1901 - Cuba, Guatemala, Messico
- Citharognathus Pocock, 1895 - Borneo, Cina
- Clavopelma Chamberlin, 1940[14] - Messico
- Coremiocnemis Simon, 1892 - Malaysia, Queensland
- Cotztetlana Mendoza, 2012 - Messico
- Crassicrus Reichling & West, 1996[15] - Belize
- Cubanana Ortiz, 2008 - Cuba
- Cyclosternum Ausserer, 1871 - America centrale, Brasile, Venezuela
- Cymbiapophysa Gabriel & Sherwood, 2020 - Ecuador, Perù
- Cyriocosmus Simon, 1903 - Brasile, Perù, Bolivia, Venezuela
- Cyriopagopus Simon, 1887 - Malaysia, Filippine
- Cyrtogrammomma Pocock, 1895 - Guyana
- Cyrtopholis Simon, 1892 - Cuba, Giamaica, America centrale
- Davus O. Pickard-Cambridge, 1892 - Costarica, Messico, Guatemala, Nicaragua, Panama
- Dolichothele Mello-Leitão, 1923 - Brasile, Bolivia
- Encyocratella Strand, 1907 - Tanzania
- Encyocrates Simon, 1892 - Madagascar
- Ephebopus Simon, 1892[16] - Guiana francese, Brasile, Ecuador
- Euathlus Ausserer, 1875 - Cile, Argentina, Ecuador
- Eucratoscelus Pocock, 1898 - Tanzania, Kenya
- Eumenophorus Pocock, 1897 - Sierra Leone
- Eupalaestrus Pocock, 1901 - Brasile, Paraguay, Argentina
- Euphrictus Hirst, 1908[17] - Camerun, Congo
- Euthycaelus Simon, 1889 - Colombia, Venezuela
- Grammostola Simon, 1892 - America meridionale
- Guyruita Guadanucci e al., 2007 - Brasile
- Hapalopus Ausserer, 1875 - Brasile, Venezuela, Messico
- Hapalotremus Simon, 1903 - Brasile, Bolivia, Perù
- Haploclastus Simon, 1892 - India
- Haplocosmia Schmidt & von Wirth, 1996 - Nepal
- Harpactira Ausserer, 1871 - Sudafrica
- Harpactirella Purcell, 1902 - Sudafrica
- Hemirrhagus Simon, 1903 - Messico
- Heterophrictus Pocock, 1900 - India
- Heteroscodra Pocock, 1899 - Gabon, Congo, Camerun
- Heterothele Karsch, 1879 - Congo, Gabon, Tanzania, Camerun
- Holothele Karsch, 1879 - Venezuela, Porto Rico, Brasile
- Homoeomma Ausserer, 1871 - Brasile, Argentina, Perù
- Hysterocrates Simon, 1892 - Camerun, Golfo di Guinea
- Idiothele Hewitt, 1919[18] - Africa meridionale
- Iridopelma Pocock, 1901 - Brasile
- Ischnocolus Ausserer, 1871 - Africa settentrionale, Spagna, Italia
- Kankuamo Perafán, Galvis & Pérez-Miles, 2016 - Colombia
- Kochiana Fukushima, Nagahama & Bertani, 2008 - Brasile
- Lampropelma Simon, 1892 - Indonesia, Malaysia, Singapore
- Lasiodora C. L. Koch, 1850 - Brasile, Costa Rica, Argentina
- Lasiodorides Schmidt & Bischoff, 1997 - Perù, Ecuador
- Longilyra Gabriel, 2014 - El Salvador
- Loxomphalia Simon, 1889 - Zanzibar (Tanzania)
- Loxoptygus Simon, 1903 - Etiopia
- Lyrognathus Pocock, 1895 - India, Malaysia
- Magnacarina Mendoza, Locht, Kaderka, Medina & Pérez-Miles, 2016 - Messico
- Mascaraneus Gallon, 2005 - isole Mauritius
- Megaphobema Pocock, 1901 - Costa Rica, Colombia, Brasile
- Melloina Brignoli, 1985 - Venezuela, Panama
- Melognathus Chamberlin, 1917 - Filippine
- Metriopelma Becker, 1878 - Venezuela, Panama, Costa Rica, Messico
- Miaschistopus Pocock, 1897 - Venezuela
- Monocentropus Pocock, 1897 - Socotra, Madagascar, Yemen
- Munduruku Miglio, Bonaldo & Pérez-MIles, 2013 - Brasile
- Mygalarachne Ausserer, 1871 - Honduras
- Myostola Simon, 1903 - Gabon, Camerun
- Neischnocolus Petrunkevitch, 1925 - Panama
- Neoheterophrictus Siliwal & Raven, 2012 - India
- Neoholothele Guadanucci & Weinmann, 2015 - Colombia, Venezuela, Trinidad e Tobago
- Neostenotarsus Pribik & Weinmann, 2004 - Guiana francese
- Nesiergus Simon, 1903 - Isole Seychelles
- Nesipelma Schmidt & Kovarik, 1996 - Saint Kitts e Nevis (Piccole Antille)
- Nhandu Lucas, 1983 - Brasile, Paraguay
- Omothymus Thorell, 1891 - Malesia
- Ornithoctonus Pocock, 1892 - Thailandia, Myanmar
- Orphnaecus Simon, 1892 - Filippine
- Ozopactus Simon, 1889[8] - Venezuela
- Pachistopelma Pocock, 1901 - Guyana, Brasile
- Pamphobeteus Pocock, 1901 - Colombia, Ecuador, Perù
- Pelinobius Karsch, 1885 - Kenya, Tanzania
- Phlogiellus Pocock, 1897 - Filippine, Myanmar, Giava
- Phoneyusa Karsch, 1884 - Africa
- Phormictopus Pocock, 1901 - Cuba, America meridionale
- Phormingochilus Pocock, 1895 - Borneo, Sumatra
- Phrixotrichus Simon, 1889 - Argentina, Cile
- Plesiopelma Pocock, 1901 - Brasile, Uruguay, Paraguay
- Plesiophrictus Pocock, 1899 - India
- Poecilotheria Simon, 1885[19] - India, Sri Lanka
- Proshapalopus Mello-Leitão, 1923 - Brasile
- Psalistops Simon, 1889 - Colombia, Venezuela
- Psalmopoeus Pocock, 1895[8][20] - Colombia, Costa Rica, Panama, Venezuela
- Psednocnemis West, Nunn & Hogg, 2012 - Malaysia, Borneo
- Pseudhapalopus Strand, 1907[21] - Bolivia, Colombia
- Pseudoclamoris Hüsser, 2018 - Colombia, Perù, Ecuador, Guyana Francese
- Pterinochilus Pocock, 1897 - Africa
- Pterinopelma Pocock, 1901 - Brasile
- Reichlingia Rudloff, 2001[22] - Belize
- Reversopelma Schmidt, 2001 - Ecuador, Perù
- Sahydroaraneus Mirza & Sanap, 2014 - India (Eumenophorinae)
- Sandinista Longhorn & Gabriel, 2019 - Nicaragua, Costa Rica
- Schismatothele Karsch, 1879[23] - Venezuela
- Schizopelma F. O. P.-Cambridge, 1897 - Messico, Guatemala
- Scopelobates Simon, 1903[24] - Repubblica Dominicana
- Selenocosmia Ausserer, 1871 - Indonesia, Vietnam, Myanmar, Filippine
- Selenogyrus Pocock, 1897[25] - Costa d'Avorio, Sierra Leone
- Selenotholus Hogg, 1902 - Territorio del Nord (Australia)
- Selenotypus Pocock, 1895 - Queensland
- Sericopelma Ausserer, 1875[26] - Costa Rica, Venezuela, Panama
- Sickius Soares & Camargo, 1948 - Brasile
- Sphaerobothria Karsch, 1879 - Costa Rica
- Spinosatibiapalpus Gabriel & Sherwood, 2020 - Trinidad, Colombia
- Stichoplastoris Rudloff, 1997 - Costa Rica, El Salvador
- Stromatopelma Karsch, 1881 - Africa occidentale
- Tapinauchenius Ausserer, 1871[20] - Guiana francese, Ecuador, Brasile
- Theraphosa Thorell, 1870 - Venezuela, Brasile, Guyana
- Thrigmopoeus Pocock, 1899 - India.
- Thrixopelma Schmidt, 1994 - Perù, Cile
- Tliltocatl Mendoza & Francke, 2020 - Messico, Costa Rica, Guatemala, Belize
- Tmesiphantes Simon, 1892[27] - Brasile
- Trichognathella Gallon, 2002 - Sudafrica
- Trichopelma Simon, 1888[28] - Sudafrica
- Typhoclaena C. L. Koch, 1850 - Brasile
- Umbyquyra Gargiulo, Brescovit & Lucas, 2018 - India
- Vitalius Lucas, Silva & Bertani, 1993 - Brasile
- Xenesthis Simon, 1891 - Venezuela, Panama, Colombia
- Ybyrapora Fukushima & Bertani, 2017 - Brasile (Aviculariinae)
Generi trasferiti
modificaNote
modifica- ^ Roberto Pepe (2004), Basi zoologiche-naturalistiche del Tarantismo nel Salento, Museo Civico Storico Sezione di Storia Naturale del Salento
- ^ Stanley A. Schultz, Marguerite J. Schultz (1998) The Tarantula Keeper's Guide, Barron's Educational Series, ISBN 0-7641-0076-9
- ^ Cooke, J.A.L., Roth, V.D., Miller, F.H. (1972). The urticating hairs of theraphosid spiders. American Museum novitates 2498. PDF (12Mb) (PDF). - Abstract.
- ^ Ray, Nick (2002), Lonely Planet Cambodia, Lonely Planet Publications, ISBN 1-74059-111-9. p. 308.
- ^ World Spider Catalogue, versione 21.5, Famiglie di ragni, con numero di generi e specie URL consultato il 1 dicembre 2020, su wsc.nmbe.ch.
- ^ Theraphosids of the world, su tarantulas.su.
- ^ Rimosso da Ischnocolinae in quanto non presenta peli urticanti, da gran parte degli autori inserito nella sottofamiglia monotipica Acanthopelminae
- ^ a b c Sito sulle tarantole gestito dall'aracnologo M. Jacobi (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2012).
- ^ Staccato recentemente da Phoneyusa
- ^ Sinonimo di Encyocrates secondo l'aracnologo Raven, 1985
- ^ Trasferito dalla famiglia Barychelidae da un lavoro di Raven (1985a), contra altri pareri (Charpentier, 1993, Schmidt, 2002a e Schmidt, 2008)
- ^ Era sinonimo di Euathlus, secondo l'aracnologo Schmidt 1992
- ^ Genere che ha il record di piccolezza di descrizione nella letteratura scientifica: l'aracnologo Vol ne ha esaminato la sola spermateca in un suo studio (1999a)
- ^ Sinonimo di Rhechostica secondo l'aracnologo Raven, 1985
- ^ Possiede peli urticanti
- ^ Fa parte degli Aviculariinae a seguito di un lavoro dell'aracnologo Lucas e al., del 1991
- ^ Spostato qui dalla sottofamiglia Selenocosmiinae a seguito di un lavoro dell'aracnologo Schmidt (1993d)
- ^ Sinonimo di Pterinochilus secondo l'aracnologo Raven, 1985
- ^ Secondo alcuni autori merita di rifluire in una sottofamiglia monotipica a parte, Poecilotheriinae
- ^ a b A seguito di un lavoro di West et al, 2008, è un Aviculariinae; da altri autori è considerato un Selenocosmiinae [1] Archiviato il 9 gennaio 2013 in Internet Archive.
- ^ Sinonimo di Paraphysa secondo l'aracnologo Raven 1985
- ^ Genere trasferito dalle Barychelidae nel 2014 a seguito di uno studio di Guadanucci
- ^ non presenta peli urticanti
- ^ Rimosso dalla sinonimia con Holothele a seguito di un lavoro degli aracnologi Guadanucci, Perafán & Valencia-Cuéllar del 2017
- ^ Spostato qui dalla sottofamiglia Selenocosmiinae a seguito di un lavoro dell'aracnologo A. M. Smith (1990b)
- ^ Sinonimo di Mygalarachne secondo l'aracnologo Raven, 1985
- ^ Sinonimo di Dryptopelma secondo l'aracnologo Raven, 1985
- ^ Trasferito dalle Barychelidae a seguito di un lavoro di Guadanucci del 2014
- ^ a b Genere posto in sinonimia con Neischnocolus Petrunkevitch, 1925 a seguito di un lavoro degli aracnologi Pérez-Miles, Gabriel & Sherwood, del 2019
- ^ L'esemplare maschile rinvenuto in Guatemala con questa denominazione è da ritenersi nomen dubium a seguito di un lavoro di Nentwig et al., del 2020
- ^ a b Genere posto in sinonimia con Tmesiphantes Simon, 1892 a seguito di un lavoro degli aracnologi Fabiano-da-Silva, Guadanucci & DaSilva, del 2019
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni sui Theraphosidae
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sui Theraphosidae
- Wikispecies contiene informazioni sui Theraphosidae
Collegamenti esterni
modifica- (EN) tarantula, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Theraphosidae, su Fossilworks.org.
- Associazioni
- Associazione Italiana di Aracnologia, su aracnofilia.org.
- (EN) American Tarantula Society Headquarters, su atshq.org.
- (EN) The British Tarantula Society, su thebts.co.uk.
- (EN) German Arachnologic Society, su dearge.de.
- (EN) The Australian Tarantula Association, su theata.org. URL consultato il 10 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).
- (FR) Groupe d'Etude des Arachnides, su gea.free.fr. URL consultato il 19 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2008).
- Altri siti
- NMBE - World Spider Catalog, versione 18.0, Famiglie di ragni, con numero di generi e specie - URL consultato il 6 luglio 2017. URL consultato il 27 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2017)..
- Aracnofilia.org. URL consultato il 29 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2013). Legge sugli aracnidi e lista (in attesa di approvazione) di quelli ritenuti pericolosi
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