Francesco Domingo
Francesco Domingo (Castellammare del Golfo, 1956) è un mafioso italiano, legato a Cosa nostra, considerato il capo della famiglia di Castellammare del Golfo e ritenuto vicinissimo a Matteo Messina Denaro.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La cosiddetta famiglia di Castellammare del Golfo fa parte del mandamento di Alcamo. Francesco Domingo assunse la reggenza della famiglia di Castellammare negli anni '90, che è falcidiata nel frattempo da numerosi arresti, Domingo a sua volta viene arrestato nel novembre del 2001 per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa.[1][2]
Francesco Domingo è stato poi nuovamente processato e condannato ad oltre 19 anni di reclusione per aver diretto l’organizzazione mafiosa, nel processo scaturito dall'operazione nota come "Tempesta', appellativo con il quale Domingo era da sempre conosciuto.[1]
Secondo gli inquirenti, il capo, anche nel corso della propria detenzione, aveva mantenuto la reggenza della famiglia mafiosa, gestendo direttamente dal carcere le estorsioni in danno delle imprese e percependo gli introiti da riversare nella "cassa" dell'associazione e ciò attraverso la collaborazione della propria moglie Antonella Di Graziano. Uscito dal carcere nel 2016, Francesco Domingo è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di Castellammare.[1]
Domingo ha una particolare inclinazione alla violenza, che ha sempre caratterizzato le sue condotte associative. È proprio in ragione di tali caratteristiche e del pericolosissimo profilo criminale del capó che, all'atto della sua scarcerazione, è stata avviata l'attività investigativa nei suoi confronti, apparendo altamente verosimile che lo stesso Domingo, tornato in libertà, acquisisse nuovamente il controllo della famiglia mafiosa[1]. La famiglia di Castellammare era dedita al controllo delle attività economiche attraverso intimidazioni ed estorsioni nei confronti di imprenditori edili e agricoli. Domingo, inoltre, era il referente per la risoluzione delle controversie interne al clan.[3][4]
Secondo diverse indagini, il capo ha mantenuto stretti rapporti con i rami di Cosa Nostra negli Stati Uniti, in particolare con i Bonanno, infatti, gli affiliati della famiglia di New York fecero numerose visite a casa del capo, in contrada Gagliardetta. E chiedevano anche a Domingo l’autorizzazione per interloquire con altri esponenti del mandamento di Alcamo, peroravano le cause di conoscenti in patria, nonché veicolavano messaggi tra Domingo e i suoi sodali negli Stati Uniti.[5][6][7]
Francesco Domingo è stato arrestato nel giugno 2020, insieme ad altri 12 membri della Mafia di Castellammare.[8][9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Tp24.it, L'operazione "Cutrara" smantella la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, su TP24.it, 17 giugno 2020. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ Mafia, un nuovo patto Sicilia-New York. Lo gestiva un fedelissimo di Messina Denaro: 13 arresti, su la Repubblica, 16 giugno 2020. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ VIDEO | Mafia, arrestato in Sicilia il boss Domingo: rapporti anche in Usa. Indagato sindaco Castellammare del Golfo, su dire.it, 16 giugno 2020. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ Arresti Trapani, il boss Domingo auspicava "una nuova guerra di mafia", su Adnkronos. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ Sicilia-Usa, i summit di mafia a Castellammare: casa di Domingo base per gli italoamericani, su Giornale di Sicilia. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ Nuovo patto di mafia tra Sicilia e Usa, arresti nel feudo di Messina Denaro, su L'HuffPost, 16 giugno 2020. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ Domingo e gli intrecci mafiosi|Quei contatti con l'America, su Live Sicilia, 16 giugno 2020. URL consultato il 19 giugno 2020.
- ^ Mafia: arresti feudo Messina Denaro, indagati due ex consiglieri comunali Castellammare | Metro News, su www.metronews.it. URL consultato il 19 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2020).
- ^ Mafia: arresti Trapani, ordinanza 'boss Domingo riconosciuto anche da consigliere comunale', su Affaritaliani.it. URL consultato il 19 giugno 2020.