Happy Family (film)
Happy Family è un film del 2010 diretto da Gabriele Salvatores, ispirato dall'omonimo spettacolo teatrale scritto da Alessandro Genovesi, a sua volta influenzato dal dramma pirandelliano Sei personaggi in cerca d'autore.[1][2] In concomitanza con l'uscita del film, il testo di Genovesi è diventato un libro, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore.
Il film è stato presentato in anteprima il 4 marzo 2010 negli Stati Uniti al Los Angeles Italian Film Festival e distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 26 marzo. Ha ottenuto una candidatura ai premi Alabarda d'oro 2010 come miglior regia. Viene premiato al 6º Festival de cinema italiano in Brasile[3].
Trama
[modifica | modifica wikitesto]A Milano Ezio fa lo sceneggiatore con la paura del lieto fine, benestante e un po' fannullone, vive dei diritti commerciali dell'invenzione del padre (un accessorio per la lavatrice) e si vede raramente con l'ingombrante e ciarliera madre. È anche in crisi creativa, finché un giorno viene investito da Anna, che per scusarsi lo invita ad una cena di famiglia in cui si intrecciano le storie dei diversi personaggi. A innescare tutto la decisione azzardata del serissimo e studioso Filippo, figlio di Anna, di volersi sposare a 16 anni. Ma i protagonisti della cena sono anche i "personaggi" del nuovo racconto di Ezio che non tarderanno a interferire con il lavoro dello scrittore.
Citazioni e riferimenti ad altre pellicole
[modifica | modifica wikitesto]- Il testo recitato da Fabio De Luigi all'inizio del film è un riadattamento del prologo di Kvetch, opera teatrale di Steven Berkoff.
- Il sogno in cui Caterina si sente osservata da tutti i passeggeri del tram richiama la scena iniziale di 8½ di Federico Fellini.[4]
- In un dialogo del film, Fabrizio Bentivoglio e Diego Abatantuono discutono sul fatto di essersi incontrati in Marocco; la scena è un chiaro riferimento a Marrakech Express dello stesso Salvatores.[4]
- La scena al rallentatore in cui Caterina esce dal teatro, accolta da parenti e amici, è un riferimento a I Tenenbaum[2], come molti personaggi, stile visivo e scelta di inquadrature sembrano provenire direttamente dall'universo stilistico di Wes Anderson.
- L'attore Fabio De Luigi nel film canta la canzone "Guardo gli asini che volano nel ciel" mentre fa la doccia, prendendo spunto da I diavoli volanti di Stanlio e Ollio (1939), nel quale viene cantata da Alberto Sordi. La canzone è anche un richiamo ad un altro film di Gabriele Salvatores, Turné, del 1990, nel quale viene cantata dai protagonisti.
- Il finale della storia è un omaggio al colpo di scena conclusivo de I soliti sospetti di Bryan Singer.[2]
Incassi
[modifica | modifica wikitesto]Il film ha incassato in Italia 4.685.000 euro[5].
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Nastri d'argento 2010
- Miglior montaggio
- Festival del cinema di Salerno 2010
- Follaro d'oro della camera di commercio
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Roberto Castrogiovanni, Recensione del film Happy Family (2010), su movieplayer.it. URL consultato il 17-08-2010.
- ^ a b c Marianna Cappi, La vitalità del cinema nel nuovo sogno di mezza estate (milanese) di Gabriele Salvatores, su mymovies.it, MyMovies. URL consultato il 17-08-2010.
- ^ Edizioni, su festivalcinemaitaliano.com.
- ^ a b (EN) Movie connections for Happy Family (2010), su imdb.com, IMDb. URL consultato il 17-08-2010.
- ^ Happy Family, su MYmovies.it. URL consultato il 25 agosto 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Happy Family
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su coloradofilm.it. URL consultato il 30 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2012).
- Scheda su Happy Family di Yahoo! Cinema
- Sito ufficiale, su coloradofilm.it.
- Happy Family, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Happy Family, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Happy Family, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Happy Family, su FilmAffinity.
- (EN) Happy Family, su Box Office Mojo, IMDb.com.