Coordinate: 45°50′01.76″N 9°40′02.33″E

Stazione di San Pellegrino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando la fermata dal nome simile posta in corrispondenza delle terme, vedi Stazione di San Pellegrino-Terme.
San Pellegrino
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàSan Pellegrino Terme
Coordinate45°50′01.76″N 9°40′02.33″E
LineeBergamo-Piazza Brembana
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1906
Soppressione1966
Caratteristiche
TipoFermata in superficie, passante
Binari2
GestoriSocietà Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana
OperatoriSocietà Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana

La stazione di San Pellegrino era una fermata che sorgeva lungo la ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966, a servizio dell'omonimo comune.

La fermata in una cartolina d'epoca a colori

Allo scopo di avviare lo fruttamento su grande scala delle terme presenti nell'alta valle brembana, nel 1902 fu inaugurato a San Pellegrino un vasto complesso comprendente uno stabilimento balneare, il casinò, il Grand Hotel e la funicolare. I relativi edifici vennero edificati, come d'uso all'epoca, in stile liberty su progetto dell'architetto Romolo Squadrelli[1].

Il medesimo artista fu ingaggiato per disegnare gli edifici di stazione di una nuova ferrovia che avrebbe servito la mobilità della valle[1]. Il progetto della ferrovia derivava dai primi studi effettuati in tal senso a cura della deputazione provinciale a partire dal 1885 la quale il 15 marzo 1903 ottenne la relativa concessione governativa.

L'opera venne subconcessa alla neocostituita Società Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana (FVB) il 15 ottobre dello stesso anno[2] e il primo tratto, lungo 25,92 km da Bergamo a San Pellegrino Terme[1] che comprendeva, quale penultimo impianto servito, la fermata di San Pellegrino il cui fabbricato viaggiatori è ancora esistente in piazza Antonio Rosmini.

Così come il servizio lungo la linea, le infrastrutture di stazione erano gestite dalla Società Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana (FVB), cui il 15 ottobre 1903 era stato subconcesso l'esercizio da parte della deputazione provinciale[2].

Dopo decenni di intenso utilizzo da parte dei viaggiatori, la fermata fu chiusa nel 1966 insieme all'intera linea[1].

Strutture e impianti

[modifica | modifica wikitesto]

Oltre al binario di raddoppio era presente altresì uno scalo merci, utilizzato per la spedizione delle confezioni di acqua minerale per la quale la località è rinomata[3].

La fermata era servita da tutti i servizi viaggiatori a carattere locale svolti dalla FVB sulla propria linea sociale classificati Omnibus e Accelerati.

Negli anni cinquanta e fino al 1960 venne istituita una coppia di treni diretti estivi verso Milano effettuata con automotrici FS, che a Bergamo venivano scissi in due sezioni instradate rispettivamente da/per Clusone e Piazza Brembana; quest'ultima effettuava fermata a San Pellegrino[4].

  1. ^ a b c d G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 24.
  2. ^ a b C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 6.
  3. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 7.
  4. ^ M. Cacozza, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 14.
  • Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, in Mondo Ferroviario, n. 64, ottobre 1991, pp. 6–13.
  • Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, in Tutto treno & storia, n. 15, aprile 2006, pp. 22–33.
  • Marco Cacozza, Le ferrovie delle valli bergamasche, in Tutto treno & storia, n. 31, aprile 2014, pp. 10–15.
  • Felice Riceputi, La ferrovia di Valle Brembana, in "Il sogno brembano. Industrializzazione e progresso sociale nella Valle Brembana del primo Novecento", Centro Storico Culturale Valle Brembana, 2006, pp. 13–128.
  • Giulio Leopardi, Carlo Ferruggia, Luigi Martinelli, Treni e tramvie della Bergamasca, Clusone, Editrice Cesare Ferrari, 1988. ISBN non esistente

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]