Trisetaria

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Trisetaria
Trisetaria nitida
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
SottotribùAveninae
Genere'Trisetaria'
Forssk., 1775
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
SottotribùAveninae
Genere'Trisetaria'
Nomi comuni

Graminia

Specie

Trisetaria Forssk., 1775 è un genere di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia Poaceae (ex. Graminacee).[1]

Il nome del genere deriva da due parole greche "tria" (= tre) e "seta" (= setola) e fa riferimento alla parte terminale del lemma formato da tre setole.[2]

Il nome scientifico di questo genere è stato proposto dall'esploratore, filosofo e naturalista svedese Pehr Forsskål (Helsinki, 11 gennaio 1732 – Yarim, 11 luglio 1763) nella pubblicazione "Flora Aegyptiaco-Arabica. Sive Descriptiones Plantarum, Quas per Aegyptum Inferiorem et Arabium Felicem Detexit, Illustravit Petrus Forskal. Prof. Haun. Post Mortem Auctoris editit Carsten Niebuhr. Accedit Tabula Arabiae Felicis Geographico-Botanica. Hauniae" (Fl. Aegypt.-Arab. 27) del 1775.[1]

Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto.
  • Ligula: le ligule sono membranosa; la membrana è sfrangiata oppure termina con una frangia di peli.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente piatte o convolute.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere non sono ramificate (o con rami primari non ramificati, o rami primari ramificati formanti rami di ordine superiore) e sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una pannocchia.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente o dorsiventralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 2 a 7 (fino a 11) fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sopra o sotto le glume. L'estensione della rachilla, glabra o pubescente, è presente (talvolta termina con un fiore ridotto).
  • Glume: le glume, con apici ottusi e mucronati, sono membranose eventualmente con bordi ialini, con o senza barbe; possono essere più corte o più lunghe dei fiori; sono più o meno carenate. Le nervature sono 3.
  • Palea: la palea, eventualmente carenata (o bicarenata), è membranosa con o senza barbe.
  • Lemma: il lemma è membranoso eventualmente con bordi ialini o precisi, con o senza barbe; l'apice può essere intero o con 2 denti o più setole. Le nervature sono 5.
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule hanno una consistenza carnosa.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito (l'endosperma può essere liquido) e l'ilo è puntiforme. L'embrione è provvisto quasi sempre di epiblasto ha un solo cotiledone (allungato) altamente modificato (scutello con fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia si sovrappongono.

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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La distribuzione delle specie di questo genere è essenzialmente Mediterranea con un'espansione verso l'Asia occidentale (fino all'India e il Caucaso).[9]

Specie della zona alpina

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Delle 4 specie spontanee della flora italiana una sola vegeta sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione della specie alpina.[10]

Specie Trisetaria loeflingiana (L.) Paunero
Comunità
vegetale
comunità pioniere a terofite e succulente
Piani
vegetazionali
collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale)
Substrato calcareo
pH basico
Livello trofico basso
H2O arido
Ambienti ruderali, scarpate, sabbiosi, affioramenti rocciosi e praterie rase dal piano collinare a quello alpino
Zona alpina province di Torino e Aosta

La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500).[6] Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Trisetaria fa parte della sottofamiglia Pooideae con 14 specie.[3][4]

La sottotribù Aveninae (contenente il genere della specie di questa voce) fa parte della tribù Poeae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. All'interno della tribù, la sottotribù Aveninae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Poeae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[11] o anche "Plastid Group 1 (Poeae-type)").[12]

All'interno delle Aveninae si individuano due subcladi principali. Trisetaria si trova nel clade insieme ai generi Trisetum, Graphephorum, Lagurus, Sphenopholis, Trisetopsis, Tzveleviochloa, Koeleria, Avellinia e Gaudinia. La circoscrizione di questo genere sempre stata problematica e spesso in passato ha compreso anche le specie del genere Trisetum e Koeleria (oltre ad altre specie). In genere le specie di Trisetaria hanno dei cicli biologici annuali (ad esempio tutte le specie della flora spontanea italiana).[3][13]

Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[3]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Elenco specie

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Elenco delle specie del genere (per quelle euro-mediterranee è indicata la distribuzione).[9][14]

Specie spontanee italiane

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Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l’elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra).[5]

  • Gruppo 1A: la pannocchia dell'infiorescenza è contratta, è densa con delle forme ovali più o meno lobata; i rami dell'infiorescenza sono eretti o eretto-patenti;
  • Gruppo 2B: il lemma ha dei peli basali lunghi;
  • Gruppo 1B: la pannocchia dell'infiorescenza è ampia con forme piramidali; i rami inferiori dell'infiorescenza sono patenti;

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[9]

  • Haeupleria G.H.Loos
  • Sennenia Pau ex Sennen
  • Trichaeta P.Beauv.
  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 novembre 2020.
  2. ^ Etymo Grasses, pag. 298.
  3. ^ a b c d Kellogg 2015, pag. 233.
  4. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  5. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 561.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  7. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  8. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 3 novembre 2020.
  9. ^ a b c d Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 3 novembre 2020.
  10. ^ Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 958.
  11. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  12. ^ Soreng et al. 2007, pag 440.
  13. ^ Saarela et al.2017.
  14. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 3 novembre 2020.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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