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Michele Giuttari

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Michele Giuttari (1950 – vivente), scrittore e poliziotto italiano.

Citazioni di Michele Giuttari

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  • Si è trattato di delitti [del Mostro di Firenze] di un gruppo costituito da personaggi di varia estrazione sociale, molto probabilmente facente riferimento a una setta, perché numerosi sono i riferimenti che portano al movente esoterico dei delitti. Già dal 1984 il significato esoterico dei delitti opera di una setta era contenuto in distinti studi molto approfonditi di tre dipendenti dei servizi segreti, che però non si sa per quale motivo non sarebbero giunti agli inquirenti dell'epoca. Interrogati, i tre funzionari confermarono i loro elaborati e le loro ipotesi e fu possibile recuperare i documenti a seguito di perquisizioni. Anche l'inchiesta perugina portò a considerare l'ipotesi dell'esistenza di una setta, in base a precise testimonianze anche da parte di personaggi legati alla massoneria. Per me questo dell'esoterismo è un aspetto abbastanza verosimile sul quale si sono avute difficoltà a indagare sia per la segretezza che caratterizza questo mondo sia per una mancanza di preparazione nell'affrontare simili indagini, tanto che in una delle mie annotazioni avevo chiesto la creazione di un apposito gruppo di lavoro con la partecipazione di esperti anche criminologi e psichiatri. Ma eravamo già nella fase dei trasferimenti e dei problemi vissuti.[1]

Intervista di Stefano Brogioni, lanazione.it, 1 marzo 2020

  • [Su cosa ne pensa adesso della vicenda del Mostro di Firenze] Io sono stato visto come l'investigatore che non doveva più indagare, sono stato messo da parte. Non lo dico io, ma i fatti che sono accaduti che ho regolarmente denunciato alla procura senza poi sapere più nulla. Si è fatto di tutto per mettermi di lato perché potesse tornare la tranquillità a Firenze. E infatti l'indagine di Perugia non l'ha continuata nessuno. Il processo ai mandanti si è chiuso con un'assoluzione dubbiosa, che non è stata impugnata nonostante la richiesta di ergastolo.
  • [Sulla morte di Pietro Pacciani] Una morte strana, non ha le caratteristiche di una morte naturale. Era in una posizione insolita, aveva macchie che non dovevano esistere, come se il cadavere fosse stato spostato. Le luci erano spente. Tutte le finestre e la porta della casa erano spalancate quando invece lui all'imbrunire si serrava dentro perché temeva di essere ucciso, lo diceva anche in un biglietto che ritrovammo. Poi c'era quel farmaco, l'Eolus, controindicato, che non si è capito chi glielo abbia segnato.
  • [Sulle deposizioni di Giancarlo Lotti] Non condivido quando qualcuno accusa Lotti di dire bugie: Lotti è morto, ma bisogna dargli atto che ha raccontato la verità come hanno stabilito i giudici.
  • [Sui delitti rimasti senza colpevoli] La mano del 1981 era diversa. I medici legali descrissero tagli eseguiti molto professionalmente. Nel 1984 e del 1985 la manualità è diventata rozzezza. È cambiata la mano. Ed è possibile, perché nella filosofia del serial killer solitario non si può accettare un cambio di mano, ma nei delitti di gruppo sì. Questo gruppo da quante persone era composto? Gli elementi del gruppo potevano anche intercambiarsi i ruoli a seconda di disponibilità e reperibilità. Sono elementi che devono far riflettere. Oggi è difficile, mi auguro che la magistratura possa trovare la soluzione, però è passato troppo tempo, troppa gente è morta, bisognava avere anche un colpo di fortuna nelle indagini, che non c'è stato. Bisognava all'epoca intuire che non si trattava di un serial killer solitario ma di un gruppo.

Note

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  1. Dall'intervista di Luigi Caroppo, Mostro, la pistola da Vinci a un avvocato. E Pacciani è stato sicuramente ucciso, lanazione.it, 22 agosto 2021.

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