La navigazione di San Brandano/XXVII
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FECE LO GIOVEDÌ SANTO E LLA CENA DOMINI,
E LLO PROCURATORE DE’ POVERI DI CRISTO
LI ACOMPAGNÒ E CONDUSSELI NEL PARADISO
DILIZIARIO E STETTE CO LLORO
E essendo passate tutte queste cose San Brandano non volle [più] andare cercando questa isola, [...] [to]rna alla nave co’ suoi frati e entra dentro e comanda di navicare bene e allegramente; e sì come piace a Dio un vento la condusse in pochi dì a una isola la quale egli erano istati altre volte, la quale era de’ poveri di Cristo, e ivi feciono el giovedì santo e degli altri dì; e ’l dì di Pasqua, cantata la messa in sul pesce Ieson, e’ poi andò all’isola degli uccelli bianchi e stettono ivi tutte le feste ch’egli erano usati.
Essendo passate tutte le feste dall’entrare la Pasqua, ellino fecion[o e]mpiere tutti li vaselli d’acqua della fontana per fare lungo viaggio, e lo procuratore de’ poveri di Cristo, lo quale [era] con egli, secondo sua usanza elli disse così a San Brandano: "O santo padre, entra tosto in nave e i vostri frati empiano i vaselli d’acqua della fontana, e a questa volta io voglio essere vostro compagnone e meneròvi in quella isola là dove bisogna d’andare, ché sanza me voi non potete ben trovare la [...] verità, terra di promissione de’ santi; in verità ch’io so bene che piace a Dio ch’io venga con voi ora per dirvi e’ fatti e lle condizioni del luogo e per menarvi di qua e di là per quello Paradiso prezioso delle dilizie el quale Dio ordinò in terra nel mezzo del mondo e feciolo per uno giardino de’ suoi amici, e nel cominciamento del mondo e’ v’allogò dentro Adamo, el primo uomo, e fello signore di tutto ciò che v’era dentro accetto d’uno albero che v’era dentro lo quale e’ voleva per sé, tanti ve n’aveva degli altri che ben poteva lasciare stare quello, ma no ’l fe".
E avendo detto lo procuratore queste parole, l’abate entra in nave con questo uomo e con tutti i suoi frati; e entrando in nave, tutti gli uccelli grandi e piccoli vennono a lo lito, altri andavano vo[land]o di qua e di là, altri istavano in su gli albori, altri stavano in terra, ed eravene d’ogni [m]ani[er]a, e tutti cominciano a cantare maravigliosamente onde per quello canto tutti si ralegrarono e consolati si partirono dalla riva. E bbono uomo gli dice de levare la vela e: "Andiamo tosto via in buona ventura". E quando cominciano a lle[v]a[re] la vela e’ vi giunse una grande multitudine d’uccelli tutti come neve, tutti questi uccelli insiememente cantavano a una boce e non si discordando con una bella boce a modo di garzoni giovani buoni cantatori e dicevano s[oav]emente questo verso: Dominus [prosperum iter] f[aci]et illis in tempore et imple[bit desider]ium eorum; spes [omnium] finium terre et [...]; [l]etamini in Domino et exulta[te], iusti, et gloriamini omnes recti corde; gloria Patri et Filio e[t Spiritui sanc]to. E cantando alquanti di questi ve [rsi] [...] [s]tavano cheti ; e quando fu compiuto questo verso prezioso San Brandano comincia forte a navicare con quelli che erano co llui inverso levante.
E andando così per mare, tutti gli uccelli tornorono a’ lloro luoghi, [e] essendo i frati andati [navi]cando e’ giunsono all’isola del procuratore de’ poveri di Cristo; essendo giunti la nave stette alla riva, per se medesima entra in porto. San Brandano con tutti gli altri vegnendo allegramente e con divozione cominciano a cantare: Te Deum laudamus, e, finito, e llo procuratore uscì prima di nave e poi l’abate e poi i frati tutti quanti; e poi legano la nave molto bene e stetton co ’l procuratore quaranta dì, lo procuratore gli tenne francamente e bene serviti e molto volentieri, e menagli per molte rivi[er]e le quali e’ guardava, e mostravagli ogni cosa.
Essendo San Brandano con tutti i suoi frati in quella bella isola co ’l procuratore, e’ trovano ass[ai] cose e grande multitudine tutte belle e strane [e] divise sì forte dall’altre che tra noi nonn-è niuna persona che udirlo dire mai lo credesse: e’ truovano una strada molto bene lavorata e nella strada dimolte grande e belle pietre preziose di diverse maniere e di diversi lavorii molto divisati; questa strada era lunga per ispazio d’un miglio e era fossa da ogni lato della via, e in questi fossati erano rane molto belle pe lla varietà che aveva le sue pelle, quelle rane cantavano ordinatamente e bene un canto dolce e soave e dilettevole a udire. Le erbe che erano in quel luogo erano tanto belle e sì dilettevole a vedere e olorose che pari di quele non si potrebbe trovare; gli alberi di quella contra[da] erano grandi e freschi e belli più che gli altri alberi, sempre stavano caricati di fiori e di frutti molto begli e olorosi e saporiti, ed erano di molte maniere e divisati l’uno dall’altro; ed eravi uccelli di diverse maniere molto belli da vedere, e cantavano maravigliosamente bene. Queste cose e dell’altre v’erano assai per apresso di quella bella via sicché beato a quello che lla abita.