E dall’aspre ritorte, onde lo stolto
Padre avvinti li avea, sciolse gli zii,
Che grati del favor gli diero il tuono,
La folgore rovente ed il baleno,
Che la gran Terra ancor celava in grembo,
Ond ha l’imperio sui mortali e i numi
Giapeto menò sposa e in letto accolse
Climene piè-leggiadra Oceanina,
E n’ebbe Atlante invitto, il glorïoso
Menezio, l’ingegnoso, acre Prometeo
E lo stolto Epimeteo, origin prima
All’industre mortal d’ogni sciagura
Ch’ei primo accolse dalle man di Giove
Una plasmata vergine. Il protervo
Menezio colse d’uno stral rovente
L’Ampio-veggente, e lo travolse all’Orco
Per sua baldanza temeraria ed empia.
Costrinse Atlante a folcere col capo
E colle braccia infaticate il cielo
Nel lembo estremo della terra, in faccia
Alle canore Esperidi: siffatto
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