De’ magnanimi madre,
Più che in tua suora, in te dolor sormonta:
Qual è de’ figli tuoi, che in onor t’ama, 5Sentendo l’opre ladre
Che in te si fanno, con dolore ha onta.
Ahi quanto in te la iniqua gente è pronta
A sempre congregarsi alla tua morte,
Con luci bieche e torte, 10Falso per vero al popol tuo mostrando.
Alza il cor de’ sommersi; il sangue accendi;
Sui traditori scendi
Nel tuo giudicio; sì che in te laudando
Si posi quella grazia che ti sgrida, 15Nella quale ogni ben surge e s’annida.
Tu felice regnavi al tempo bello
Quando le tue rede
Voller che le virtù fussin colonne:
Madre di loda e di salute ostello, 20Con pura unita fede
Eri beata, e colle sette donne.
Ora ti veggio ignuda di tai gonne:
Vestita di dolor, piena di vizii;
Fuori i leai Fabrizii; 25Superba, vile, nimica di pace.
O disnorata te! specchio di parte,
Poichè se’ aggiunta a Marte,
Punisci in Antenora qual verace
Non segue l’asta del vedovo giglio; 30E a que’ che t’aman più, più fai mal piglio.