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LODOVICO ARIOSTO
E tu che l’hai produtto,
50Beata al mondo sopra ogni altra madre!
E più beata assai,
Se quel ch’io scorgo in lei veder potrai!
Ancor dirò più innante,
Pur ch’e’ mi sia creduto;
55Ma chi nol crede possa il ver sentire:
Sotto le care piante
Più volte ho già veduto
L’erba lasciva a prova indi fiorire:
Visto ho, dove il ferire
60De’ suoi begli occhi arriva,
In valle, piaggia, o colle
Rider l’erbetta molle,
E di mille color farsi ogni riva,
L’aer chiarirsi, e il vento
65Fermarsi al suon di sue parole attento.
Bensì come a rispetto
De l’ampio ciel stellato
La terra è nulla, o veramente centro,
Così del mio concetto
70Quello ch’ho fuor mandato
È proprio nulla a par di quel ch’ho dentro:
Veggio ben ch’io non entro
Nel mar largo e profondo
Di sue infinite lode,
75Chè l’animo non gode
Gir tanto innanti che paventa il fondo:
Però lungo le rive
Va ricogliendo ciò che parla e scrive.
So, canzonetta mia, ch’avrai vergogna
80Gir così nuda fuore:
Ma vanne pur, poi che ti manda Amore.
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