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GIOVAN BATTISTA GUARINI
Allor tra prati e linfe
Gli scherzi e le carole
Di legittimo amor furon le faci;
30Avean pastori e ninfe
Il cor nelle parole;
Dava lor Imeneo le gioie e i baci
Più dolci e più tenaci:
Un sol godeva ignude
35D’amor le vive rose:
Furtivo amante ascose
Le trovò sempre, ad aspre voglie e crude
O in antro, o in selva, o in lago;
Ed era un nome sol marito e vago.
40Secol rio. che velasti
Co’ tuoi sozzi diletti
Il bel dell’alma, ed a nudrir la sete
Dei desiri insegnasti
Co’ sembianti ristretti,
45Sfrenando poi l’impurità segrete!
Così, qual tesa rete
Tra fiori e fronde sparte,
Celi pensier lascivi
Con atti santi e schivi:
50Bontà stimi il parer, la vita un’arte,
Nè curi (e párti onore)
Che furto sia, purchè s’asconda, amore.
Ma tu, deh! spirti egregi
Forma ne’ petti nostri,
55Verace Onor, delle grand’alme donno!
O regnator de’ Regi,
Deh torna in questi chiostri
Che senza te beati esser non ponno.
Destin dal mortal sonno
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