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Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/268

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TORQUATO TASSO

               Le sia portato il primo e ’l più bel dono;
               Degna a cui ne’ vicini alteri monti
               Apra l’antica madre i novi fonti.
          Apra l’antica madre i novi fonti
               90Al bel viso di Laura, ed a lei mande
               Verdi fronde la selva in queste piaggie;
               E, ’nghirlandate omai le belle fronti,
               Portin le Ninfe omai varie ghirlande,
               E l’umili e l’alpestri e le selvaggie;
               95E voi siate le prime e le più snelle,
               Vaghe Ninfe del Po, Ninfe sorelle.


205 ii
O
DEL grand’Appennino

Figlio picciolo sì, ma glorïoso,
               E di nome più chiaro assai che d’onde!
               Fugace peregrino
               5A queste tue cortesi amiche sponde
               Per sicurezza vengo e riposo.
               L’alta Quercia che tu bagni e feconde
               Con dolcissimi umori, ond’ella spiega
               I rami sì ch’i monti e i mari ingombra,
               10Mi ricopra con l’ombra;
               L’ombra sacra, ospital, ch’altrui non niega
               Al suo fresco gentil riposo e sede,
               Entro al più denso mi raccoglia e chiuda,
               Sì ch’io celato sia da quella cruda
               15E cieca Dea, ch’è cieca e pur mi vede,
               Bench’io da lei m’appiatti in monte o ’n valle,
               E per solingo calle
               Notturno io mova e sconosciuto il piede;
               E mi saetta sì che ne’ miei mali
               20Mostra tanti occhi aver quanti ella ha strali.

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