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GIUSEPPE PARINI
Scenderà intanto dall’eterea mole
Giuno che i preghi delle incinte ascolta:
E vergin io della Memoria prole,
96Nel velo avvolta,
Uscirò co’ bei carmi, e andrò gentile
Dono a fame al Parini, Italo cigno
Che, ai buoni amico, alto disdegna il vile
100Volgo maligno.’
ANGELO MAZZA
Per Santa Cecilia
264 | i | 1741-†1817 |
Che del fabbro divin le laudi suona:
Cetra è ’l fiammante viaggiator dell’etra
4Co’ vari mondi che gli fan corona.
Cetera è l’oceán, se poggia e arretra,
E scogli e spechi, alto mugghiando, introna:
Cetera è l’aer, che dal foco impetra
8Voce or d’austro, or di borea, e in fulmin tuona
E quanto guizza, ormeggia e va sull’ale
Plaude alla man che lo nutrica e bea:
11Notte ne parla al dì che smonta e sale.
E l’uom, sembianza dell’eterna idea,
Sovran dell’universo, alma immortale,
14La tua gloria, o Signor, tacer potea?
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