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GIOVANNI BERCHET
Tolta ai solchi, alle officine,
Delle madri al caro eloquio
87La robusta gioventù,
Data, in rôcche peregrine,
Alla verga del vil teutono
90Che l’edúchi a servitù.
Cerca il brio delle sue genti
All’Italia; i dì che furono
93Alle cento sue città.
Dov’è il flauto che rammenti
Le sue veglie, e delle vergini
96La danzante ilarità?
Va ti bea de’ soli suoi,
Godi l’aure, spira vivide
99Le fragranze de’ suoi fior;
Ma, che pro de’ gaudj tuoi?
Non avrai con chi dividerli:
102Il sospetto ha chiusi i cuor.
Muti intorno degli alari
Vedrai padri ai figli stringersi,
105Vedrai nuore impallidir
Sullo strazio de’ lor cari,
E fratelli membrar invidi
108I fratelli che fuggîr.
Oh! perchè non posso anch’io,
Colla mente ansia, fra gli esuli
111Il mio figlio rintracciar?
O mio Silvio, o figlio mio,
Perchè mai nell’incolpabile
114Tua coscienza ti fidar?
Oh, l’improvvido! — l’han côlto
Come agnello al suo presepio;
117E di mano al percussor
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