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GIOSUÈ CARDUCCI
E qui percossi e dispogliati anch’essi
I percussori e spogliatori un giorno
Vengano. Come ne la spumeggiante
88Vendemmia il tino
Ferve, e de’ colli italici la bianca
Uva e la nera calpestata e franta
Sè disfacendo il forte e redolente
92Vino matura,
Qui, nel conspetto a Dio vendicatore
E perdonante, vincitori e vinti,
Quei, che al Signor pacificò, pregando,
96Teodolinda,
Quei che Gregorio invidïava a’ servi
Ceppi tonando nel tuo verbo, o Roma,
Memore forza e amor novo spiranti
100Fanno il Co,une.
Salve, affacciata al tuo balcon di poggi
Tra Bertinoro alto ridente e il dolce
Pian cui sovrasta fino al mar Cesena
104Donna di prodi,
Salve, chiesetta del mio canto! A questa
Madre vegliarda, o tu rinnovellata
Itala gente da le molte vite,
108Rendi la voce
De la preghiera: la campana squilli
Ammonitrice: il campanil risorto
Canti di clivo in clivo a la campagna
112Ave Maria.
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