Morano Calabro | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Calabria | |
Territorio | Pollino | |
Altitudine | 694 m s.l.m. | |
Superficie | 116,26 km² | |
Abitanti | 4.206 (2020) | |
Nome abitanti | moranesi | |
Prefisso tel | +39 0981 | |
CAP | 87016 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Bernardino | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]Il ruolo strategico che Morano Calabro ha rivestito e riveste tuttora nell'ambito territoriale calabrese è innegabile. Tutti i collegamenti tra Basilicata e Calabria sono stati realizzati utilizzando il valico di Campotenese (1.000 m s.l.m.), dove il massiccio del Pollino si congiunge con il complesso montuoso di Orsomarso e di Verbicaro: il percorso che congiungeva Sybaris e Lao (due città della Magna Grecia, la via romana Popilia che da Capua portava a Reggio, la strada regia "modernizzata" da Gioacchino Murat, la ferrovia Lagonegro-Spezzano Albanese, la Strada Statale n. 19 fino all'attuale autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Di questo ruolo strategico di Morano sono rimaste testimonianze soprattutto all'interno del suo abitato: il castello, vari palazzi gentilizi, la maggior parte dei quali realizzati da famiglie che si trasferirono a Morano a servizio dei feudatari di turno, varie chiese e cappelle, alcuni monasteri oltre agli insediamenti popolari abitati da contadini e pastori.
Questo insieme di edifici, formatosi senza un apparente piano logico, ha sempre costituito per Morano, forse, la sua peculiarità e la sua maggiore attrattiva turistica.
Cenni storici
[modifica]Dai due toponimi Muranum e Summuranum, di epoca romana, risale l'attuale nome di Morano. Il primo (Muranum) è riportato nella Lapide di Polla (II secolo a.c.), dove è citato tra le stazioni della strada consolare Popilia-Annia, che collegava Capua a Reggio. Il secondo (Summuranum) è riportato nell'Itinerario di Antonino (II secolo d.C.). Molto probabilmente i due toponimi si riferiscono al medesimo insediamento. L'unica differenza potrebbe trarre origine dal fatto che la via consolare passasse per Summuranum e non per Muranum, che si trovava a poca distanza. Del tracciato della via Popilia-Annia nel territorio di Morano si fanno solo ipotesi.
Solo agli inizi del Cinquecento si ha una descrizione di questo tracciato. A farlo è stato Leandro Alberti (1479 - 1552), uno storico, filosofo e teologo bolognese, che la definì stretta, aspra, sassosa e strabocchevol via.
Al suo ammodernamento provvide Gioacchino Murat (1767 - 1815), re di Napoli dal 1808 al 1815. Nonostante l'ammodernamento, al tratto tra Campotenese e Morano rimase sempre il nome dirupata. L'attuale tracciato venne realizzato nel secondo dopoguerra.
La conformazione piramidale di Morano ha suscitato, in passato, l'interesse di vari scrittori, artisti e fotografi, tra cui:
- Jean-Claude Richard de Saint-Non (1727 – 1791).
- Henry Swinburne (1743 - 1803)
- Johann Heinrich Bartels (1761 - 1850). Nel suo viaggio del 1786 rimase colpito soprattutto dal fatto che in molte case non ci fossero finestre ma solo aperture che «venivano chiuse di notte con delle tavole».
- Horace de Rilliet (1824 - 1854). Il viaggiatore, scrittore e medico svizzero descrisse Morano quanto di «più scosceso vi sia al mondo e di più piramidale nel genere».
- Norman Douglas (1868 - 1952). Lo scrittore britannico, provenendo da Castrovillari, rimase colpito dalla conformazione di Morano: case bianche che «precipitano come una cascata lungo il fianco di una collina a cono», il castello dalle cui «finestre spaccate si scorge il cielo azzurro», il «labirinto di viuzze» che si trovano al suo interno.
- Kurt Hielscher (1881 - 1948). In due immagini (in bianco e nero) del fotografo tedesco sono raffigurate una vista della campagna moranese, ripresa dalla dirupata, e una giovane vestita con il costume tipico del paese.
- Maurits Cornelis Hescher (1898 - 1972). Fotografò e disegnò Morano nel maggio del 1930. Dopo quella visita compose una xilografia, nella quale mise in evidenza la struttura piramidale del paese.
- Ernst Haas (1921-1986). Del fotografo austriaco è nota una foto (a colori) in cui ritrae una donna in costume in una tipica strada di Morano.
- Mimmo Jodice (1934). Il fotografo napoletano, tra il 1966 e il 2000, ha trovato ispirazione per le sue opere nel panorama di Morano.
L'espansione urbana di Morano è ancora ben visibile nel suo centro antico: le tre cinta murarie con le porte di accesso, i quartieri periferici Giudea (dove erano concentrate le famiglie di estrazione ebraica) e de li Greci (Lauri) la cui origine risale forse all'età bizantina, le aree urbanizzate fino a metà del secolo XVII, quelle urbanizzate nel corso del Settecento e dell'Ottocento. Interessanti, infine, sono anche alcuni edifici realizzati o ristrutturati agli inizi del Novecento.
Quando andare
[modifica]Da un punto di vista climatico la zona di Morano Calabro è influenzata dalla sua posizione geografica interna, in particolare dai rilievi che cooperano nello schermare il passaggio dell'aria umida marittima dei versanti ionico e tirrenico, come è specificato in precedenza; inoltre gli stessi divari di altitudine (tra i 432 e i 2.142 m s.l.m.), contribuiscono alla differenziazione climatica interna. Notevoli e uniformi le precipitazioni su tutto il territorio, in particolare sulle alture, esse si concentrano nei mesi invernali e tardo autunnali, mentre si alternano nei mesi estivi periodi di scarsi o assenti fenomeni.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]In auto
[modifica]Autostrada Salerno - Reggio Calabria, uscite:
- Morano Calabro - Campotenese, per chi proviene da nord
- Morano Calabro - Castrovillari, per chi proviene da sud
In treno
[modifica]Stazioni FS di Sibari (Cosenza) o Sapri. Coincidenze con servizio di autolinee delle Ferrovia Calabro-Lucane.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]Architetture
[modifica]Monasteri, conventi e chiese
[modifica]- Il Monastero e la Chiesa di San Bernardino (San Bernardino).
- Il Convento di Santa Maria di Colorito (Colloreto).
- Il Convento dei Cappuccini (Cappuccini).
- Collegiata di Santa Maria Maddalena (Maddalena).
- Chiesa dei Gloriosi Santi Pietro e Paolo (San Pietro).
- Chiesa di San Nicola di Bari (San Nicola).
Castello, palazzi, abitazioni popolari
[modifica]- Castello.
- Palazzo Rocco.
- Palazzo Capalbi.
- Palazzo Coscia.
- Palazzo Salmena.
- Palazzo Rosito.
- Abitazioni popolari.
Musei
[modifica]- Museo di Storia dell'Agricoltura e della Pastorizia. Di proprietà comunale, il museo è considerato uno dei più interessanti musei demo-etno-antropologici della Calabria. Ideatore e realizzatore è stato il prof Francesco Mainieri, che nel 2003 lo donò al Comune di Morano Calabro. È organizzato in 9 Sezioni: Il territorio e il paesaggio agrario; L'assetto della proprietà terriera; I rapporti di produzione nelle campagne; Il lavoro agricolo e le tecniche; La pastorizia e i pastori; L'edilizia rurale; Le industrie rurali: la lana e la seta; I mulini e le gualchiere; L'interno della casa contadina.
- Centro di Studi Naturalistici del Pollino. Il Nibbio. Oltre al museo, organizzato in sezioni monotematiche con particolare riferimento alla flora e alla fauna del Pollino, il Nibbio propone l'ospitalità diffusa in abitazioni recuperate con grande competenza all'interno dell'abitato
- Raccolta privata "P. D'Agostino". Un'ampia e singolare esposizione di geologia, malacologia e paleontologia, comprendente varie sezioni, organizzata all'interno di un edificio settecentesco
Percorsi naturalistici
[modifica]Eventi e feste
[modifica]- Festa del Carmine (Festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo). 15 Luglio.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Morano Calabro
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Morano Calabro