Zorro

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   La stessa cosa ma di più: Zarro.
Tratto dal film "La maschera di Zorro".
« Sono Zorro! Zan-zan! »
(Ottenne con un mantello nero e una gaia mascherina che si crede Zorro)
« Zorrooooo, zorrooooo! Il suo volto è segretooo!
Zorroooo, zorrooooo! Ha la forza di un petooo! »
(Sigla del telefilm "Zorro")
« Dici che non è il momento adatto? »
(Zorro corteggiando una muchacha e contemporaneamente braccato da venti ufficiali)
« La prossima volta, giuro, mi sposto! »
(Il cavallo di Zorro dopo che, per l'ennesima volta, l'aveva inforcato saltando dal terzo piano.)

Zorro Zan-zan, detto anche "La Volpe", il cavaliere mascherato, il giustiziere della notte o il giustiziere del tardo pomeriggio, (Los Angeles, 1792 - prigione di Alcatraz, 1872) è stato uno spadaccino mafioso ispanico che si occupava dei traffici illegali di rhum nella California.

Nome e vestiario

Il nome Zorro ha origini incerte. Probabilmente deriva dal termine "zarro", considerato il suo modo di vestire vagamente tamarro. Non a caso Zorro era ben noto in città per il suo stile cafardo: indossava un caratteristico mantello nero con perline e pelliccia ai bordi anche nelle afose notti di agosto. Aveva molto a cuore il suo mantello, lo lavava quotidianamente con Perlana Black Magic e lo custodiva sottovuoto per non logorarlo. Inoltre calzava stivaloni con 10 centimetri di tacco e pantaloni pieni di borchie, i metal detector quando passava Zorro si accendevano come un albero di Natale.
A questo look raffinato aggiungeva una camicia scura dalla quale si intravedeva una peluria tanto folta che venne dichiarata riserva protetta dal WWF. In realtà il suo vero nome era Diego della Vega, Zorro lo usava solo per fare lo stronzo con le muchache.

La biografia

Un'immagine ritraente una delle imprese più celebri di Zorro.

L' infanzia

Diego Della Vega nacque a Los Angeles la notte fra L' 8, il 9 e il 10 giugno 1792. Come potete aver già notato fu un parto difficile, letale per l'ignota madre di Zorro, che morì mettendolo al mondo. Ciò successe perché Zorro si faceva largo all'interno dell'utero, nel tentativo di uscire, a suon di sciabolate.

Il sergente Garcia in pausa relax.

Da bambino era molto apprezzato dalle bambine del quartiere per i suoi prorompenti peli e suoi folti baffi, davvero insoliti per un infante. Fin da piccolo ebbe molte avversità nei confronti del sergente Garcia, che era considerato il piccolo guardiano del quartiere, nonostante non fosse capace di impedire gli atti di bullismo e i racket di lecca-lecca da parte del nostro beneamato Diego.

Gli anni della giovinezza

Zorro dopo aver conseguito il liceo iniziò a frequentare l'Accademia delle Belle Arti a Madrid, istruito da Carlos a eseguire impeccabili tagli sulle tele. Successivamente si dedicò totalmente alla sua passione giovanile: la mafia. Si ritrovò a rifare i conti con il sergente Garcia, ora comandante delle forze armate spagnole, capitano della squadriglia di Madrid e gran panzone ufficiale del quartiere.

Da Los Angeles ad Alcatraz

Ritornato a Los Angeles nota che le cose in famiglia erano cambiate: il padre, ormai decrepito, si era sposato con una badante polacca. In città faticò per riprendere il controllo delle attività illecite, ma rovesciando qualche tavolo al saloon e marcando per una dozzina di volte il culo di Garcia con la sua "Z", riuscì ad ottenere il comando e il rispetto dei concittadini e il pagamento per la protezione (pizzo) degli ebrei. Note sono le imprese di Zorro contro le armate della città di Los Angeles, armate composte da una serie di ritardati che non riescono a colpire il nemico a 20 centimetri di distanza, che si fanno sfilare il fucile dalle mani o dalla fondina con una frusta maneggiata da Zorro da 25 metri e che anche arrivando in duecento per catturarlo, falliscono puntualmente nell'impresa per il fatto che si scontrano tra loro.

Nel 1865 si costituì alla caserma di stato per riavere il suo cappello, sequestratogli dal sergente poco prima. Fu deportato ad Alcatraz, dove scontò i suoi ultimi anni di esistenza, lontano dai paparazzi e dalla vita mondana di paiette e tappeti rossi. Il saloon che amava saccheggiare diventò un oratorio e i barbieri che proteggeva e sui quali riscuoteva il pizzo scontarono la pena di depilare il sergente Garcia dalla cintola in giù.

Scheda d'approfondimento su vestiario e accessori

Lo spadaccino Zorro in una trasposizione mangomane.

Il cappello

  • Colore: nero nerissimo
  • Grandezza: si adatta alla sua testa
  • Provenienza: vinto a poker contro Tex Willer

La maschera

  • Colore: nera nerissima
  • Grandezza: sei centimetri e mezzo lillero tibetano
  • Provenienza: Rubata ad Arlecchino

La camicia

  • Colore: nera nerissima
  • Grandezza: abbastanza grande da farci entrare i peli
  • Provenienza: comprata al mercatino dell'usato

Il mantello

  • Colore: nero nerissimo
  • Grandezza: quanto un rotolone Regina
  • Provenienza: era lo strascico del vestito da sposa della madre. O da lutto.

La cintura

Zorro in un raro momento di allegria.
  • Colore: nera marrò
  • Grandezza: Pi greco metri
  • Provenienza: regalo del suo partner, il cavallo nero nerissimo Tornado

Il pantalone

  • Colore: nero nerissimo
  • Grandezza: quanto una gamba umana, distesa
  • Provenienza: presa in edicola in uscite da 9.90$

Mutande

  • Non pervenute

Scarpe Mega-stivaloni speronati

  • Colore: neri nerissimi
  • Grandezza: più del pantalone
  • Provenienza: trampoli da circo riadattati e rimodellati con vera pelle animale. Vi siete mai chiesti che fine abbia fatto il cavallo?

Curiosità

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  • Zorro si sente un po' nero
  • Nel film di Zorro, il tizio muto non è muto
  • Nel film di Zorro, il tizio sordo non è sordo
  • Nel film di Zorro, Zorro non è Zorro.
  • Si dice che abbia sventato una rapina in una banca, lasciando il tipico segno della Zeta. All'arrivo dei carabinieri, vedendo il segno, urlarono "Grazie, Zuperman!"