Coordinate: 45°38′N 9°54′E

Castelli Calepio

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Castelli Calepio
comune
Castelli Calepio – Stemma
Castelli Calepio – Bandiera
Castelli Calepio – Veduta
Castelli Calepio – Veduta
Panorama di Tagliuno
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
CapoluogoTagliuno
SindacoAdriano Pagani (Nuovi Orizzonti) dal 07-6-2024
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°38′N 9°54′E
Altitudine233 m s.l.m.
Superficie10,06 km²
Abitanti10 381[2] (01-1-2024)
Densità1 031,91 ab./km²
FrazioniTagliuno (sede comunale),

Calepio, Cividino, Quintano[1]

Comuni confinantiCapriolo (BS), Credaro, Gandosso, Grumello del Monte, Palazzolo sull'Oglio (BS)
Altre informazioni
Cod. postale24060
Prefisso035-030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016062
Cod. catastaleC079
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 388 GG[4]
Nome abitantitagliunesi, cividinesi, calepini, quintanesi
Patronovari
Giorno festivovari
Cartografia
Castelli Calepio – Mappa
Castelli Calepio – Mappa
Posizione del comune di Castelli Calepio nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale
Borgo di Calepio
Filari di viti situati sulle colline di Castelli Calepio
Castello di Tagliuno (ora proprietà privata)

Castelli Calepio [kasˈtɛlːi kaˈlɛːpjo] (Castèi Calèpe [kasˈtɛi kaˈlɛpe] o Castèl Calèpe [kasˈtɛl kaˈlɛpe] in dialetto bergamasco[5]) è un comune italiano sparso di 10 344 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Geografia fisica

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Il comune (insieme di 4 paesi) è situato pochi chilometri a sud del lago d'Iseo sulla sponda bergamasca del fiume Oglio nella zona chiamata Valcalepio (dove si produce l'omonimo vino DOC). Il suo territorio è caratterizzato a nord dalle propaggini meridionali delle alture del Sebino che degradano verso sud nell'alta pianura fiancheggiata dal fiume Oglio.

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Calepio.

Il primo nucleo abitato di Calepio era conosciuto sicuramente già al tempo dei Romani e risalgono all'Alto Medioevo, precisamente nel periodo carolingio, i primi documenti con riferimenti ad un Vico Castro Calepio e a Taliuno, dove, sempre in questo periodo vennero costruiti i due castelli: quello di Tagliuno dai conti Marenzi e quello di Calepio dai conti omonimi.

Il toponimo di Castelli Calepio risale al 1927, anno in cui ci fu l'accorpamento dei paesi di Tagliuno e Calepio con le frazioni in un unico comune. Di lontanissima origine è invece il nome antico, sembra che il nome Calepio derivi dal greco Kalon (bello, buono) ed èpion, interpretato come terra del buon vino.[senza fonte]

Il vecchio borgo medievale di Calepio è dominato dal castello originariamente costruito intorno all'anno 1000 dai feudatari del posto che dall'anno 1240 iniziarono a chiamarsi Conti di Calepio. Il castello venne poi ricostruito nel 1430 e vide le gesta del condottiero Trussardo da Calepio che, nella guerra tra i milanesi e i veneziani, scelse di allearsi con la Repubblica di Venezia sconfiggendo le truppe Viscontee. L'appoggio a Venezia fece guadagnare alla casata il decreto ducale del feudo su tutta la valle, rinnovato poi con un altro decreto nel 1662. Un famoso discendente di Trussardo fu Ambrogio da Calepio che elaborò il primo dizionario multilingue detto appunto "Calepino" del 1502.

Un altro personaggio storico da ricordare è il cantante lirico di Tagliuno Ignazio Marini, coetaneo di Giuseppe Verdi e molto stimato dal compositore che lo volle come interprete di molte sue opere.

La frazione di Tagliuno era invece infeudata ai conti Marenzi, poi trasferitisi ed estintisi in Austria (Conti Marenzi von Tagliuno und Telgate).

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 27 giugno 1962.

«Partito: il PRIMO d'azzurro, al leone d'oro, linguato di rosso e armato di nero, accompagnato da tre gigli d'oro, posti due in capo, fiancheggianti una corona comitale dello stesso, uno in punta; il SECONDO di rosso, al castello d'argento, aperto e murato di nero, merlato di cinque alla ghibellina, sormontato da una corona muraria pure d'argento, di cinque merli, e accompagnato in punta da un giglio bianco, posto in sbarra, fogliato di due. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il leone, su fondo azzurro, è ripreso dal blasone dei nobili Calepio, feudatari di tutta l'omonima valle (di rosso, al leone d'oro); la corona da conte illustra il loro rango nobiliare. Il castello nella seconda partizione allude al nome del comune ma anche alla presenza di un importante sistema difensivo sul territorio; la corona muraria che lo sormonta fa riferimento all’unione dei due nuclei cittadini sancita nel 1927. Il giglio ricorda san Celestino martire, le cui spoglie, donate da papa Clemente X al conte Giovanni Paolo Calepio, sono conservate nella cappella gentilizia del castello.[6]

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.

Monumenti e luoghi di interesse

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Castello dei conti Calepio

Dal punto di vista artistico oltre al già citato castello meritano di essere ricordati:

Villa Marini

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 1.625 abitanti, pari al 15,77% della popolazione.[9]

Ricorrenze e manifestazioni

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La festa patronale è diversa per ognuna delle quattro frazioni in cui è diviso il comune:

La ricorrenza della Madonna delle Vigne (in dialetto Madóna dele gatole) risale al 1781: gli abitanti di Tagliuno l'anno prima avevano fatto un voto solenne impegnandosi anche per i discendenti a celebrare una festa in onore di Maria nel caso avesse liberato i vigneti dalla piaga dei bruchi (gatole) che li infestavano ormai da parecchi anni provocando gravi carestie, in effetti quell'anno i bruchi tornarono ma in quantità molto inferiore e non crearono gravi danni, quindi da quel momento a Tagliuno si festeggia questa ricorrenza.

Un'iniziativa che si svolge ogni anno è Arte in Castello, il cui scopo è quello di far conoscere scultori e pittori contemporanei tramite una mostra allestita nel castello di Calepio.

Geografia antropica

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Il comune è composto da quattro frazioni: Tagliuno, che è la sede del municipio, nella parte nord-ovest, Calepio a nord-est, Cividino a sud-est e Quintano a sud-ovest.

Dal punto di vista economico, accanto all'antico e tradizionale sviluppo dell'agricoltura e soprattutto della viticoltura tipico di tutta la zona della valle, nel corso degli ultimi cinquant'anni si sono aggiunti importanti insediamenti artigianali e industriali: soprattutto bottonifici, aziende metalmeccaniche, produzioni di materie plastiche, pelletterie e tessile-abbigliamento.

Infrastrutture e trasporti

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Tra il 1901 e il 1921 la frazione Tagliuno ospitò una fermata lungo la tranvia Bergamo-Trescore-Sarnico[10].

Nel territorio di Castelli Calepio è presente il casello Ponte Oglio dell'Autostrada A4 Torino-Trieste. Il territorio comunale è inoltre attraversato dalla Strada provinciale 91 della Val Calepio; dalla Strada Provinciale 83 Tagliuno-Capriolo e dalla Strada Provinciale 84 Tagliuno-Palazzolo sull'Oglio

La ferrovia Bergamo-Brescia attraversa la parte meridionale del territorio comunale. Le stazioni più vicine sono quelle di Grumello del Monte e Palazzolo sull'Oglio

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1999 2004 Ugo Belotti Lega Nord Sindaco [11]
2004 2009 Clementina Belotti Lega Nord Sindaco [12]
2009 2014 Flavio Bizzoni Lista civica Sindaco
2014 2019 Giovanni Benini - Sindaco
2019 attuale Giovanni Benini lista civica Sindaco Secondo mandato

Sono presenti numerose società calcistiche delle varie frazioni a livello dilettantistico, suddivise nelle varie categorie. Tutte condividono il centro sportivo comunale della frazione di Cividino dove è presente il campo principale in erba naturale con una pista olimpica regolamentare per l'atletica leggera e un secondo campo in erba artificiale. Le principali squadre di calcio del paese sono la A.S.D. Valcalepio Calcio e la A.S.D. Castellese Calcio entrambe inserite nel campionato di 1ª Categoria girone F. Per la prima volta nella stagione 2014-2015 le due formazioni calepine hanno affrontato lo stesso campionato dando vita in data 05/10/2014 e in data 08/02/2015 ad uno storico derby, vinto nel girone d'andata dalla Valcalepio e terminato con un pareggio nel girone di ritorno. Entrambe le compagini affronteranno il campionato 2015-2016 nuovamente nello stesso girone del campionato di 1ª categoria.

  1. ^ Comune di Castelli Calepio - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  6. ^ Castelli Calepio, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 12 marzo 2023.
  7. ^ Moris Lorenzi e Alessandro Pellegrini, Sulle tracce del Romanico in provincia di Bergamo, Provincia di Bergamo, 2003.
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28 dicembre 2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  10. ^ Francesco Ogliari e Franco Sapi, Albe e tramonti di prore e binari, a cura degli autori, Milano, 1963.
  11. ^ Ministero dell'Interno, Comune di Castelli Calepio - elezioni 1999
  12. ^ Ministero dell'Interno, Comune di Castelli Calepio - Elezioni 2004
  • Luigi Brentani, Dizionario illustrato dei maestri d'arte ticinesi, I, Noseda, Como 1937.
  • Luigi Angelini, Vicende e restauri della chiesa e convento di S. Nicolò ai Celestini in Bergamo, Bergamo 1939.
  • P.G. Galizzi, La parrocchiale di S. Pellegrino dalle origini ai restauri del 1941, in Bergomum, 2, Bergamo 1942, 13.
  • L. Angelini, Pareti, volte e soffitti nel Settecento bergamasco, in La Rivista di Bergamo 1961.
  • Edoardo Agustoni, Ivano Proserpi, Decorazioni a stucco del XVII secolo in edifici religiosi del Sottoceneri: cambiamenti, evoluzioni, ripetitività ed influenze, in Rivista Svizzera d'Arte e d'Archeologia, 46, 1989.
  • Edoardo Agustoni, Ivano Proserpi, Decorazioni a stucco del Settecento nel Luganese e nel Mendrisiotto, in Arte+Architettura in Svizzera, Bollettino per i membri della Società di Storia dell'Arte in Svizzera, 3, 1995, 272-273.
  • Luigi Pagnoni, Chiese parrocchiali bergamasche: appunti di storia e arte, Bergamo 1992, 324.
  • S. Langè, G. Pacciarotti, Barocco Alpino. Arte e architettura religiosa del Seicento: spazio e figuratività, Milano 1994, 220.
  • Paolo Mazzariol, I Camuzio di Montagnola. Stuccatori a Bergamo e nel Bergamasco, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Bergamo nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal '500 ad oggi. Campionesi a Bergamo nel Medioevo, Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, 236-245 (con ampia bibliografia).
  • Graziella Colmuto Zanella, La trasformazione della chiesa a metà del Settecento, in G. Spinelli (a cura di), Il monastero di S. Benedetto in Bergamo (secoli XII-XX), III, Bergamo 2009.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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