Lavandula stoechas
Lavanda selvatica | |
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Lavandula stoechas | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Genere | Lavandula |
Specie | L. stoechas |
Nomenclatura binomiale | |
Lavandula stoechas L., 1753 | |
Nomi comuni | |
Lavanda selvatica |
La lavanda selvatica o stecade (Lavandula stoechas L., 1753) è una pianta suffruticosa sempreverde della famiglia delle Lamiaceae. Secondo Dioscoride, il nome stecade deriva da Stoichades, nome con cui anticamente erano indicate le Isole di Hyères[1], isole nelle quali la specie è diffusa.
Caratteri botanici
[modifica | modifica wikitesto]La pianta è un frutice alto 40–60 cm, eccezionalmente fino a 120 cm, di colore grigiastro per la fitta tomentosità, con ramificazione non fitta ma densamente fogliosa e portamento eretto. I rami giovani sono tomentosi e tetragoni. La pianta è aromatica.
Le foglie sono persistenti, opposte, lineari o lineari-lanceolate, lunghe 1–3 cm, larghe pochi millimetri, con margine ripiegato e nervatura principale pronunciata, bianco-tomentose su entrambe le pagine. All'ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole.
I fiori sono riuniti in una vistosa e compatta infiorescenza a spiga, ovato-cilindrica e leggermente angolosa, lunga 2–3 cm e sormontata da un gruppo di 2-3 brattee ben sviluppate, di colore viola, blu o purpureo. I fiori hanno un calice tomentoso, lungo circa mezzo millimetro o poco più. La corolla è di colore blu-violaceo lunga circa mezzo centimetro, gamopetala, leggermente bilabiata ma apparentemente regolare, con tubo terminante in 5 lobi quasi uguali e arrotondati. Gli stami sono 4 e sessili.
Il frutto è un achenio trigonale.
Ciclo fenologico
[modifica | modifica wikitesto]Nelle zone più calde la pianta entra in vegetazione a fine autunno o in pieno inverno, in quelle più fredde in primavera. L'epoca di fioritura ha inizio, secondo la ripresa vegetativa, da gennaio a maggio e si protrae per alcuni mesi. La pianta è bottinata dalle api.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]La lavanda selvatica è una pianta strettamente mediterranea, non presente in tutte le regioni del bacino. Si trova in tutte le regioni costiere del Mediterraneo con l'eccezione della Libia, dell'Egitto e del versante adriatico della Penisola italiana.
In Italia è presente in Liguria e in tutte le regioni tirreniche.
Ecobotanica
[modifica | modifica wikitesto]La lavanda selvatica è una specie eliofila, termofila e xerofila e vegeta nella zona fitoclimatica del Lauretum, in genere dal livello del mare fino ai 600 metri d'altitudine; sporadicamente può spingersi ad altitudini maggiori fino ai 1000 metri. Tipicamente acidofila, si ritrova più in genere su suoli a matrice silicea a tessitura grossolana, meno frequentemente su quelli calcarei. Tollera gli incendi.
Per le sue esigenze pedoclimatiche rifugge dalla macchia mediterranea fitta, mentre è frequente nelle radure, nelle macchie degradate, spesso in associazione con i cisti. È un componente tipico dell'Oleo-ceratonion, della gariga, dei pascoli cespugliati. Inoltre è frequente nelle facies di transizione fra vegetazione riparia mediterranea e macchia. In zone aride e assolate può formare estese coperture dal colore suggestivo per l'abbondante fioritura.
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Pur essendo potenzialmente utile, la lavanda selvatica non ha alcun interesse agrario. Gli ambiti d'interesse sono il giardinaggio, l'apicoltura e l'erboristeria. L'olio essenziale può trovare impiego in profumeria, tuttavia l'interesse è marginale.
Ornamentale
[modifica | modifica wikitesto]Nel giardinaggio la lavanda selvatica può essere impiegata per la realizzazione di giardini mediterranei in composizioni miste ai quali può conferire una certa spettacolarità per l'abbondante fioritura e l'intensità dei colori delle sue infiorescenze.
Apicoltura
[modifica | modifica wikitesto]Nel settore apistico la lavanda selvatica è un'interessante pianta mellifera. Il miele monoflora ottenuto da questa pianta differisce nettamente dal miele di lavanda (Lavandula angustifolia) propriamente detta: ha un gusto più fine ed è poco aromatico. Il miele di lavanda prodotto in Italia è in realtà ottenuto dalla Lavandula stoechas data la scarsa diffusione delle coltivazioni di lavanda officinale. In ogni modo il miele monoflora è poco presente sul mercato ed è prodotto soprattutto in Sardegna e nell'isola d'Elba.
Medicinale
[modifica | modifica wikitesto]La lavanda selvatica produce un olio essenziale contenente linalolo, acetato di linalile e cineolo. Al pari di altre lamiacee ha proprietà antisettiche, blandamente espettoranti e antispasmodiche.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dioscoride Pedanus, De materia medica, Trad. Lily Y. Beck, Georg Olms Verlag, 2005, p. 191, ISBN 3-487-12881-0. (in inglese).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sandro Pignatti (1982). Flora d'Italia. Volume secondo. Edagricole, Bologna: 500-501. ISBN 88-206-2311-0
- Ignazio Camarda & Franca Valsecchi (1990). Piccoli arbusti liane e suffrutici spontanei della Sardegna. Carlo Delfino, Sassari: 199-201. ISBN 88-7138-011-8.
- Alba Marchioni Jacobs (1997). Le piante medicinali della Sardegna. 2. ed. Della Torre, Cagliari: 144-145. ISBN 88-7343-307-3.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lavandula stoechas
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Miele di lavanda, su Mieli d'Italia, sito ufficiale dell'U.N.A.API.. URL consultato il 16 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2007).