Polmonite interstiziale desquamativa

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Polmonite interstiziale desquamativa
Immagine del torace ottenuta tramite tomografia computerizzata che mostra diffuse opacità "a vetro smerigliato" con broncogrammi aerei nel lobo superiore e nel lobo inferiore sinistro.
Specialitàpneumologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM263000
MeSHC562470 e C562470

Per polmonite interstiziale desquamativa in campo medico, si intende una forma di pneumopatia (malattia polmonare) interstiziale idiopatica, dovuta ad un accumulo di macrofagi all'interno degli alveoli del polmone.[1] La condizione è un disturbo cronico con un esordio particolarmente acuto. I sintomi più comuni includono dispnea, tosse, febbre, debolezza, perdita di peso e affaticamento. Nei casi più gravi, può causare insufficienza respiratoria, dolore toracico, ippocratismo digitale, cianosi e emottisi. I casi asintomatici sono rari.

La polmonite interstiziale desquamativa è spesso associata al fumo di sigaretta, all'esposizione ambientale o lavorativa a particolari sostanze, a disturbi sistemici e infezioni. Tra i fattori di rischio ambientali vi sono i vapori di gasolio, l'amianto e altre sostanze chimiche. La malattia è stata anche correlata all'uso di alcune sostanze come marijuana, sirolimus, macrolidi, nitrofurantoina, tocainide e sulfasalazina. Alcuni disturbi, come epatite C, citomegalovirus, lupus eritematoso sistemico, connettivite e artrite reumatoide, sono stati anch'essi associati alla polmonite interstiziale desquamativa.

La diagnosi richiede spesso una biopsia ottenuta tramite chirurgia, specialmente quando l'imaging biomedico o altri test forniscono risultati non specifici. La tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) può aiutare a identificare le caratteristiche della malattia. La diagnosi differenziale include la polmonite interstiziale non specifica, l'istiocitosi a cellule di Langerhans, la bronchiolite respiratoria associata a malattia polmonare interstiziale e la polmonite da ipersensibilità. La polmonite interstiziale desquamativa viene trattata principalmente smettendo di fumare, anche se in molti casi non è sufficiente. Nei casi da moderati a gravi si ricorre all'assunzione di corticosteroidi. Le condizioni più gravi possono essere trattata con un trapianto di polmone, anche se le recidive sono possibili. La polmonite interstiziale desquamativa ha una prognosi favorevole, con un tasso di mortalità del 6-28% e un tasso di sopravvivenza del 68%-94%.

La polmonite interstiziale desquamativa fu descritta per la prima volta da Averill Liebow e collaboratori. Nel 1965 Liebow riportò i casi di 18 pazienti con lesioni polmonari caratterizzate da una proliferazione abbondante di cellule alveolari e desquamazione. Liebow notò inoltre che le pareti delle vie aeree distali dei pazienti risultavano ispessite.[2] Il nome "polmonite interstiziale desquamativa" deriva dall’ipotesi che la malattia fosse causata dalla desquamazione delle cellule epiteliali.[1][3]

Epidemiologia

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La prevalenza della polmonite interstiziale desquamativa è sconosciuta,[1] ma è dimostrato che colpisce più comunemente persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni,[4] con una probabilità doppia negli uomini rispetto alle donne.[3] Sebbene la condizione possa a volte progredire rapidamente, il verificarsi di una fibrosi grave è un evento raro.[1]

Sintomatologia

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La polmonite interstiziale desquamativa è un disturbo cronico che spesso si presenta in modo subdolo.[5] I sintomi più comuni riscontrabili nella condizione sono la dispnea, soprattutto durante l'esercizio fisico, e la tosse. Sintomi non specifici come febbre, debolezza, perdita di peso e affaticamento sono altresì frequenti. Altri sintomi includono insufficienza respiratoria, dolore toracico, ippocratismo digitale, cianosi e, raramente, emottisi.[6] Alcune persone con DIP possono essere asintomatiche, sebbene questo sia raro.[7][8] ??

Segni e sintomi

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La polmonite interstiziale desquamativa è un disturbo cronico che spesso si presenta in modo subdolo.[5] I sintomi più comuni riscontrabili nella condizione sono la dispnea, soprattutto durante l'esercizio fisico, e la tosse. Sintomi non specifici come febbre, debolezza, perdita di peso e affaticamento sono altresì frequenti. Altri sintomi includono insufficienza respiratoria, dolore toracico, ippocratismo digitale, cianosi e, raramente, emottisi.[6] Alcune persone con DIP possono essere asintomatiche, sebbene questo sia raro.[7][8]

Microfotografia che mostra alveoli polmonari pieni di macrofagi, molti dei quali contengono pigmento di colore marrone dorato.

Poiché i risultati delle analisi del sangue, dell'imaging biomedico e del lavaggio broncoalveolare sono spesso non specifici, le linee guida raccomandano una biopsia chirurgica per diagnosticare la polmonite interstiziale desquamativa qualora la tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) non riveli i segni classici della polmonite interstiziale.[1] La diagnosi definitiva di si basa, quindi, su una biopsia polmonare.[3]

Sebbene in alcuni casi siano stati segnalate alcune anomalie nei valori di laboratorio, l'analisi biologica generalmente non indirizza verso una diagnosi specifica. Anche la radiografia del torace spesso mostra risultati non specifici o può anche risultare normale.[9] I test di funzionalità polmonare rivelano di solito una riduzione della capacità di diffusione e un pattern restrittivo.[4]

La tomografia computerizzata ad alta risoluzione del torace (HRCT) spesso mostra segni di della condizione,[1] mostrando un aspetto dei polmoni a "vetro smerigliato".[3]

Il principale segno distintivo della polmonite interstiziale desquamativa è la presenza di un gran numero di macrofagi all'interno degli alveoli polmonari, distribuiti in tutto l'acino polmonare. Questi macrofagi sono ricchi di citoplasma eosinofilo e contengono spesso un pigmento di colore marrone chiaro granulare. Solitamente sono presenti poche cellule grandi multinucleate. L'architettura alveolare è generalmente intatta, tuttavia è presente un modesto infiltrato infiammatorio cronico nell'interstizio. Può essere presente una quantità moderata di eosinofili, oltre a possibili aggregati linfoidi.[3]

La diagnosi differenziale della DIP include polmonite interstiziale non specifica, istiocitosi a cellule di Langerhans, malattia polmonare interstiziale associata a bronchiolite respiratoria e polmonite da ipersensibilità.[1]

La miglior strategia per trattare la polmonite interstiziale desquamativa è smettere di fumare, tuttavia questo non è sempre sufficiente e si deve consigliare di evitare altri potenziali fattori ambientali. Nei pazienti con sintomi moderati o gravi che non hanno risposto positivamente dopo avere cessato di fumare, vengono somministrati corticosteroidi. Farmaci citotossici e immunosoppressori sono stati utilizzati anch'essi per il trattamento della condizione, ma non vi sono prove sufficienti sulla loro efficacia. Nei casi di polmonite interstiziale desquamativa grave, un trapianto di polmone può essere un'opzione da valutare, tuttavia è possibile una recidiva in seguito.[1][3]

La polmonite interstiziale desquamativa ha una prognosi favorevole e la maggior parte dei pazienti migliora se sottoposti ad un trattamento adeguato. Il tasso di mortalità della malattia è compreso tra il 6% e il 28%.[1] Il tasso di sopravvivenza è invece stimato tra il 68% e il 94%. Senza trattamento, circa il 60% dei pazienti peggiora. Sono stati riportati anche casi di guarigione spontanea.[3]

  1. ^ a b c d e f g h i Özlem Diken, Aysun Şengül, Ayşe Coşkun Beyan, Ömer Ayten, Levent Mutlu e Oğuzhan Okutan, Desquamative interstitial pneumonia: Risk factors, laboratory and bronchoalveolar lavage findings, radiological and histopathological examination, clinical features, treatment and prognosis (Review), in Experimental and Therapeutic Medicine, vol. 17, n. 1, Spandidos Publications, 29 novembre 2018, pp. 587–595, DOI:10.3892/etm.2018.7030, ISSN 1792-0981 (WC · ACNP), PMC 6307411, PMID 30651839.
  2. ^ Averill A. Liebow, Arthur Steer e James G. Billingsley, Desquamative interstitial pneumonia, in The American Journal of Medicine, vol. 39, n. 3, Elsevier, settembre 1965, pp. 369–404, DOI:10.1016/0002-9343(65)90206-8, ISSN 0002-9343 (WC · ACNP), PMID 14338290.
  3. ^ a b c d e f g Benoît Godbert, Marie-Pierre Wissler e Jean-Michel Vignaud, Desquamative interstitial pneumonia: an analytic review with an emphasis on aetiology, in European Respiratory Review, vol. 22, n. 128, European Respiratory Society, 1º giugno 2013, pp. 117–123, DOI:10.1183/09059180.00005812, ISSN 0905-9180 (WC · ACNP), PMC 9487388, PMID 23728865.
  4. ^ a b Merel E. Hellemons, Catharina C. Moor, Jan von der Thüsen, Mariska Rossius, Arlette Odink, Laila Haugen Thorgersen, Johny Verschakelen, Wim Wuyts, Marlies S. Wijsenbeek e Elisabeth Bendstrup, Desquamative interstitial pneumonia: a systematic review of its features and outcomes, in European Respiratory Review, vol. 29, n. 156, European Respiratory Society, 30 giugno 2020, pp. 1–8, DOI:10.1183/16000617.0181-2019, ISSN 0905-9180 (WC · ACNP), PMC 9488565, PMID 32581140.
  5. ^ a b Özlem Diken, Aysun Şengül, Ayşe Coşkun Beyan, Ömer Ayten, Levent Mutlu e Oğuzhan Okutan, Desquamative interstitial pneumonia: Risk factors, laboratory and bronchoalveolar lavage findings, radiological and histopathological examination, clinical features, treatment and prognosis (Review), in Experimental and Therapeutic Medicine, vol. 17, n. 1, Spandidos Publications, 29 novembre 2018, pp. 591, DOI:10.3892/etm.2018.7030, ISSN 1792-0981 (WC · ACNP), PMC 6307411, PMID 30651839.
  6. ^ a b American Thoracic Society e European Respiratory Society, American Thoracic Society/European Respiratory Society International Multidisciplinary Consensus Classification of the Idiopathic Interstitial Pneumonias, in American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, vol. 165, n. 2, American Thoracic Society, 15 gennaio 2002, pp. 296, DOI:10.1164/ajrccm.165.2.ats01, ISSN 1073-449X (WC · ACNP), PMID 11790668.
  7. ^ a b Benoît Godbert, Marie-Pierre Wissler e Jean-Michel Vignaud, Desquamative interstitial pneumonia: an analytic review with an emphasis on aetiology, in European Respiratory Review, vol. 22, n. 128, European Respiratory Society, 1º giugno 2013, pp. 296, DOI:10.1183/09059180.00005812, ISSN 0905-9180 (WC · ACNP), PMC 9487388, PMID 23728865.
  8. ^ a b Özlem Diken, Aysun Şengül, Ayşe Coşkun Beyan, Ömer Ayten, Levent Mutlu e Oğuzhan Okutan, Desquamative interstitial pneumonia: Risk factors, laboratory and bronchoalveolar lavage findings, radiological and histopathological examination, clinical features, treatment and prognosis (Review), in Experimental and Therapeutic Medicine, vol. 17, n. 1, Spandidos Publications, 29 novembre 2018, pp. 592-593, DOI:10.3892/etm.2018.7030, ISSN 1792-0981 (WC · ACNP), PMC 6307411, PMID 30651839.
  9. ^ Özlem Diken, Aysun Şengül, Ayşe Coşkun Beyan, Ömer Ayten, Levent Mutlu e Oğuzhan Okutan, Desquamative interstitial pneumonia: Risk factors, laboratory and bronchoalveolar lavage findings, radiological and histopathological examination, clinical features, treatment and prognosis (Review), in Experimental and Therapeutic Medicine, vol. 17, n. 1, Spandidos Publications, 29 novembre 2018, pp. 587–595, DOI:10.3892/etm.2018.7030, ISSN 1792-0981 (WC · ACNP), PMC 6307411, PMID 30651839. Benoît Godbert, Marie-Pierre Wissler e Jean-Michel Vignaud, Desquamative interstitial pneumonia: an analytic review with an emphasis on aetiology, in European Respiratory Review, vol. 22, n. 128, European Respiratory Society, 1º giugno 2013, pp. 117–123, DOI:10.1183/09059180.00005812, ISSN 0905-9180 (WC · ACNP), PMC 9487388, PMID 23728865.

Voci correlate

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Classificazione
e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM: 516.37 e 516.34; ICD-10-CM: J84.117, J84.115 e J84.1; OMIM: 263000; MeSH: C562470 e C562470;


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