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DANTE ALIGHIERI
Che facea ragionar di morte altrui:
‘ Deh confortiam costui, ’
Pregava l’una l’altra umilemente;
25E dicevan sovente:
‘ Che vedestù, che tu non hai valore? ’
E quando un poco confortato fui,
Io dissi: ‘ Donne, dicerollo a vui. ’
Mentre io pensava la mia frale vita,
30E vedea ’l suo durar com’è leggiero,
Piansemi Amor nel core, ove dimora;
Per che l’anima mia fu sì smarrita,
Che sospirando dicea nel pensiero:
‘ Ben converrà che la mia donna mora. ’
35Io presi tanto smarrimento allora,
Ch’io chiusi gli occhi vilmente gravati;
Ed eran sì smagati
Gli spirti miei, che ciascun giva errando.
E poscia imaginando,
40Di conoscenza e di verità fuora,
Visi di donne m’apparver crucciati,
Che mi dicean pur: ‘ Morra’ti, morra’ti. ’
Poi vidi cose dubitose molte
Nel vano immaginare, ov’io entrai;
45Ed esser mi parea non so in qual loco,
E veder donne andar per via disciolte,
Qual lagrimando, e qual traendo guai,
Che di tristizia saettavan foco.
Poi mi parve vedere appoco appoco
50Turbar lo Sole ed apparir la stella,
E pianger egli ed ella;
Cader gli augelli volando per l’a’re,
E la terra tremare;
Ed uom m’apparve scolorito e fioco,
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